mercoledì 21 febbraio 2018
Il presule maltese operato di calcoli alla cistifellea, sostituito da padre Bertomeu. Saranno ascoltati chi chiede le dimissioni del vescovo di Osorno, accusato di aver coperto le violenze
L’arcivescovo maltese Charles J. Scicluna, inviato in Cile

L’arcivescovo maltese Charles J. Scicluna, inviato in Cile

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Con un grazie a quanti hanno accettato di incontrarlo, alla Chiesa locale e a papa Francesco, martedì l’arcivescovo Charles Scicluna, presidente del collegio per l’esame dei ricorsi presso la Congregazione per la Dottrina della fede, ha iniziato la missione per far luce sul “caso Barros”. Ovvero le accuse rivolta al vescovo di Osorno di aver coperto gli abusi commessi negli anni Ottanta dal sacerdote Fernando Karadima. Dopo aver ascoltato le prime due testimonianze, però, la notte tra martedì e mercoledì Scicluna si è sentito male ed è stato ricoverato all’ospedale San Carlos de Apoquindo dove è stato operato di calcoli alla cistifellea. Dovrebbe essere in grado di riprendere l’attività nel giro di dieci giorni per i medici. È, dunque, probabile che cambi la struttura della missione: l’arcivescovo della Valletta doveva stare a Santiago fino a venerdì a raccogliere informazioni. Nel frattempo, per la giornata di oggi, l’ha sostituito padre Jordi Bertomeu, sacerdote spagnolo della Congregazione, che l’ha accompagnato nel viaggio.

Raccogliere le voci dei lauci e religiosi che chiedono le dimissioni di Barros

Dopo aver ascoltato un testimone a New York, martedì l’arcivescovo Charles J. Scicluna ha iniziato a Santiago del Cile le audizioni sul caso del vescovo di Osorno, Juan de la Cruz Barros Madrid. Il presule maltese è stato inviato oltreoceano da papa Francesco per raccogliere direttamente le voci dei laici e religiosi che chiedono le dimissioni di Barros con l’accusa di essere stato a conoscenza di abusi perpetrati da don Fernando Karadima, di cui è stato segretario prima della nomina episcopale. Scicluna rimarrà nel Paese latinoamericano per quattro giorni che si preannunciano fitti di appuntamenti. E ieri all’inizio della sua missione ha letto una breve dichiarazione in cui ha espresso «gratitudine alle persone che si sono dichiarate disponibili ad incontrarmi nei prossimi giorni». «Il Santo Padre, che ricorda ancora con emozione la calda accoglienza ricevuta durante il suo recente viaggio apostolico in questo Paese – ha aggiunto l’arcivescovo – invia un saluto affettuoso, accompagnato dalla sua speciale benedizione, a voi e a tutto il popolo cileno».

I compiti di Scicluna

Lunedì la Conferenza episcopale cilena (Cech), ha reso noti alcuni particolari rispetto ai compiti di Scicluna, l’arcivescovo di Malta inviato da papa Francesco in qualità di presidente del Collegio per l’esame di ricorsi (in materia di “delicta graviora”) alla Sessione ordinaria della Congregazione per la dottrina della fede. Nella nota stampa si precisa che, «al fine di facilitare la realizzazione dell’incontro, la nunziatura apostolica in Cile, d’accordo con Scicluna, ha fatto sapere a coloro che hanno chiesto di essere ascoltati di far arrivare previamente una relazione scritta, nella quale siano evidenziati gli elementi interessanti da esporre durante l’audizione personale».

Tali «documenti saranno consegnati a monsignor Scicluna, nel rispetto del loro carattere riservato». La Conferenza episcopale specifica anche che alcune persone hanno chiesto di mantenere riservata la propria identità e conferma il proprio ringraziamento a papa Francesco, denotando nella sua scelta «un atteggiamento di vero ascolto e vicinanza verso la realtà e le sfide della società e della Chiesa cilena». I vescovi cileni inoltre ringraziamento «per la disponibilità di tutti coloro che hanno chiesto di incontrarsi con monsignor Scicluna per presentare le loro testimonianze e a tutte le persone che liberamente si sono dichiarate disponibili a consegnare le proprie spiegazioni».

Nella sua dichiarazione di ieri Scicluna ha ringraziato per l’accoglienza e la collaborazione «il personale della nunziatura» e «in modo speciale» il nunzio Ivo Scapolo. Successivamente il diacono Jaime Coiro, portavoce dell’episcopato, ha spiegato che, per rispettare il diritto alla riservatezza degli interessati, non verranno diffusi né il numero né il nome delle persone ascoltate. E ha ribadito che la missione di Scicluna non è quella di emettere un giudizio ma di raccogliere informazioni utili sul 'caso Barros'.

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