sabato 6 giugno 2020
Oggi nel Duomo di Mirandola la Messa celebrata da Manicardi, domenica in Cattedrale presiede Castellucci
La memoria del beato morto in lager dove fu rinchiuso per aver messo in salvo decine di ebrei perseguitati diventa occasione per riflettere sul ruolo dei credenti nell’edificazione del bene comune

La memoria del beato morto in lager dove fu rinchiuso per aver messo in salvo decine di ebrei perseguitati diventa occasione per riflettere sul ruolo dei credenti nell’edificazione del bene comune

COMMENTA E CONDIVIDI

«Se tu avessi visto, come ho visto io in questo carcere, come trattano gli ebrei qui dentro, saresti pentito solo di non averne salvati di più». Le parole del beato Odoardo Focherini, morto in un campo di concentramento durante la seconda Guerra mondiale, sono incise sulla pietra del Museo al deportato di Carpi. La Chiesa di Carpi che gli ha dato i natali rende omaggio al beato di cui oggi ricorre la memoria liturgica. Nello speciale anno (iniziato nel 2019) per il 75° del martirio e dopo l’annuncio del sindaco di Carpi, Alberto Bellelli, del progetto per realizzare a fianco della facciata della Cattedrale un monumento dedicato al martire, anche questa ricorrenza può essere occasione per riflettere su come l’impegno dei cristiani ha permeato la città e su quale possa essere anche oggi l’apporto dei credenti per il bene comune.

Un tema proposto nelle linee pastorali per l’anno in corso dall’arcivescovo Erio Castellucci, amministratore apostolico della diocesi. «È stata una grazia non comune»: così scriveva in una lettera Odoardo Focherini, dal carcere di Bologna dopo avere partecipato alla Messa. Questa frase è stata scelta come tema delle celebrazioni di quest’anno, che si sviluppano da mercoledì scorso fino a domani, con vari momenti e in luoghi diversi della città per favorire la partecipazione dei fedeli nonostante le limitazioni imposte dall’emergenza Covid: la Cittadella della carità “Odoardo e Maria Focherini”, il Duomo di Mirandola, la Cattedrale di Carpi. Dopo la recita dei Vespri alla Cittadella, ieri sera in Cattedrale a Carpi si è svolta la veglia di preghiera, presieduta da Castellucci. Oggi tra le Messe nelle chiese della diocesi carpigiana, il vicario generale monsignor Ermenegildo Manicardi presiederà l’Eucaristia animata dall’Azione Cattolica nel Duomo di Mirandola.

Domenica invece in Cattedrale a Carpi la Messa sarà celebrata da Castellucci. «Dichiaro di morire nella più pura fede cattolica apostolica romana e nella piena sottomissione alla volontà di Dio, offrendo la mia vita in olocausto per la mia diocesi, per l’Azione Cattolica, per L’ A vvenire d’Italia e per il ritorno della pace nel mondo…»: questo il “testamento spirituale” di Focherini raccolto dall’amico, beato a sua volta Teresio Olivelli, con lui nel campo di Flossenbürg, dove Focherini è morto il 27 dicembre 1944. Focherini il marito, il padre di sette figli; Focherini e il suo “coraggio” di essere un giornalista. Lo stesso cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna che il 20 maggio scorso aveva presieduto la Messa solenne per il patrono a Carpi, pochi giorni dopo, in occasione della 54ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali ha ricordato «due importanti pionieri della comunicazione della nostra regione, il beato Odoardo Focherini e don Francesco Ricci».

Focherini, nato il 6 giugno 1907 a Carpi, da una famiglia di origini trentine, si è sempre impegnato attivamente nella realtà della sua Chiesa locale e nell’Azione cattolica diocesana di cui fu presidente. Giornalista e poi amministratore dell’Avvenire d’Italia , quando in Italia inizia la persecuzione degli ebrei da parte del regime nazi-fascista, insieme a don Dante Sala, parroco di San Martino Spino, organizza una rete di fuga dei perseguitati verso la Svizzera, grazie alla quale, tra il 1943 e il 1944, vengono salvate oltre 105 persone. Il suo impegno di carità, la sua testimonianza cristiana lo rendono inviso al regime. Arrestato l’11 marzo 1944 viene prima incarcerato a Bologna, quindi internato nei campi di concentramento di Fossoli (Carpi) e Gries (Bolzano), per poi essere deportato in Germania, nel campo di Hersbruck, sottocampo di Flossenbürg, dove muore il 27 dicembre.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: