mercoledì 18 maggio 2016
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Cento assunti nel 2016 (di cui 80 già effettivi e i restanti 20 da collocare entro dicembre) che arrivano dopo aver tenuto comunque una media di 30 ingressi all’anno nel triennio precedente; una scuola di specializzazione interna per formare 'in casa' i lavoratori dell’immediato futuro; la valorizzazione del capitale umano del territorio, visto che quasi tutta la forza lavoro è originaria della zona in cui sorge l’impresa. Luca Tosto snocciola con orgoglio i dati occupazionali e le iniziative relative alla sfera formativa dell’azienda familiare di cui è amministratore delegato, ovvero la Walter Tosto Spa di Chieti. Si tratta di una realtà fondata nel 1960 e che adesso – con quasi 600 dipendenti e 100 milioni di euro di fatturato – è diventata un gruppo leader a livello mondiale nella grande caldareria per l’Oil&Gas e nella componen-tistica per gli impianti per la gassificazione del carbone e la fusione nucleare. In un momento in cui l’industria nazionale fa ancora una gran fatica ad aprire le porte del mercato del lavoro alle ultime generazioni, esiste pure qualche eccezione. «Noi incrementiamo il personale (dalla manodopera agli ingegneri fino ai tecnici) in quanto siamo convinti che un’azienda ha successo se può contare su gente valida, preparata e motivata», spiega Tosto. L’età media dei dipendenti è di 38 anni, «ma si abbasserà ancora». L’investimento in formazione è (e sarà) conti- nuo: «Si sono tenuti due master in sede in cui abbiamo formato alcuni sales manager già entrati nel nostro staff. Inoltre vogliamo realizzare, in accordo con gli assessorati locali all’istruzione e con il Miur, progetti formativi con gli istituti tecnici del territorio. Non a caso la nostra azienda è spesso frequentata da studenti di università e scuole superiori che seguono lezioni e corsi». A febbraio, in occasione del secondo anniversario dall’entrata in carica del suo governo, Matteo Renzi si è recato negli stabilimenti abruzzesi proprio per rendere omaggio a un’impresa dove gli effetti del Jobs Act sono tangibili: «Sicuramente la riforma del lavoro e gli sgravi previsti nelle ultime due leggi di Stabilità ci hanno incentivato ad assumere, ma non sono le uniche ragioni alla base della nostra azione. Abbiamo investito in occupazione perché abbiamo intrapreso la strada della crescita, che è l’unica via in grado di farci competere con i concorrenti internazionali». Quando gli si chiede il motivo per cui invece – nonostante qualche lieve miglioramento recente – in Italia permanga ancora l’emergenza occupazione, Tosto punta il dito in primissulla sua categoria: «Per creare lavoro occorre anzitutto essere disposti ad aumentare la dimensione della propria azienda. Le opportunità ci sarebbero, tuttavia molti imprenditori – per egoismo, per inerzia o per mancanza di allenamento alla ginnastica dell’investimento – preferiscono non compiere il grande salto dello sviluppo. Tirano i remi in barca, anche se la tempesta è finita e ci sono le condizioni per navigare». © RIPRODUZIONE RISERVATA Luca Tosto
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