sabato 17 settembre 2022
Lunedì 19, 79mo anniversario della strage nazista che costò la vita a 24 persone tra cui due preti, la Veglia con i testi di don Bernardi e don Ghibaudo che saranno proclamati beati il 16 ottobre
Don Mario Ghibaudo e don Giuseppe Bernardi, i due sacerdoti uccisi dai nazisti nell'eccidio di Boves proclamati beati martiri il 16 ottobre

Don Mario Ghibaudo e don Giuseppe Bernardi, i due sacerdoti uccisi dai nazisti nell'eccidio di Boves proclamati beati martiri il 16 ottobre - Facebook / Ansa

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Lunedì notte la chiesa di San Bartolomeo a Boves rimarrà aperta, le porte spalancate sulla piazza. Come 79 anni fa, il 19 settembre 1943, giorno della prima strage nazista in Italia in cui il paese, centro a pochi chilometri da Cuneo, fu incendiato e 24 persone uccise. Tra loro il parroco don Giuseppe Bernardi e il suo giovane vice don Mario Ghibaudo. Fu proprio la chiesa trovata aperta la mattina seguente a mettere in allarme i bovesani che andarono a cercare il loro parroco e lo trovarono carbonizzato accanto all’imprenditore Antonio Vassallo, don Mario era stato trucidato fuori dal centro abitato, mentre benediceva il corpo di un uomo appena ucciso da un soldato.

Una data, il 19 settembre, impressa nel cuore di tutta la comunità, tramandata di generazione in generazione. Quest’anno la celebrazione della memoria ha un significato ancora più forte, dopo nove anni, ad aprile, si è concluso il processo di beatificazione dei due sacerdoti e il prossimo 16 ottobre, proprio a Boves, alla presenza del cardinale Marcello Semeraro, prefetto del dicastero delle cause dei santi, ci sarà la proclamazione dei due martiri.

Questo rende la ricorrenza un momento ancora più sentito, l’appuntamento è questa mattina alla cerimonia civile, e poi alla Messa officiata dal parroco, don Bruno Mondino, entrambi i momenti in piazza Italia, uno dei luoghi simbolo dell’eccidio. E sarà il sindaco di Boves, Maurizio Paoletti, a leggere in parrocchia, domani durante la veglia, uno per uno, il nome di tutti i caduti della strage, compiuta su ordine del maggiore tedesco Joachim Peiper. Poi tutta la notte sarà costellata da momenti di preghiera silenziosa davanti al Santissimo, da riflessioni sulla Parola di Dio, su alcuni scritti dei martiri, di papa Francesco «una traccia – spiega don Mondino – che ci aiuti ad educarci alla riconciliazione». Pace e fratellanza sono i semi gettati dai due preti morti per salvare la loro gente, e che in questi anni hanno aiutato a maturare gesti concreti. Uno fra tutti la fratellanza tra la comunità bovesana e quella di Schondorf, centro nella Baviera, in cui è sepolto Peiper, negli anni è cresciuto il legame, nato prima tra le parrocchie dei due centri e poi esteso alle rispettive amministrazioni comunali. Sarà infatti presente una delegazione della cittadina tedesca, nella due giorni di memoria del 19 settembre a Boves, sarà anche l’occasione per definire il viaggio solenne delle reliquie dei due martiri presso la comunità bavarese, che il mese scorso ha già accolto la versione tedesca della mostra sull’eccidio.

In vista della beatificazione, don Mondino anticipa alcuni punti su cui stanno lavorando. «Il primo – spiega – è l’importanza di collaborare per il bene comune: don Bernardi, muore insieme ad un industriale che si dichiarava apertamente laico. La loro grandezza è stata quella di aver saputo collaborare, uno messaggio su cui vale la pena che anche noi riflettiamo e che proviamo ad impegnarci per il bene comune». Sarà su questo tema che interverrà, il 14 ottobre, il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente Cei, che già in passato a Boves aveva affrontato il tema del perdono partendo dalla testimonianza dei due martiri. Un altro messaggio che lancia il parroco è quello di continuare sulla strada della riconciliazione ed è in questo contesto, che si esibirà, la sera della vigilia, il coro parrocchiale di Schondorf, con il Requiem di Mozart diretto dal maestro Erich Unterholzner.

«Un bel segno del cammino di fratellanza che abbiamo iniziato e che continuerà oltre la giornata della beatificazione» conclude don Mondino.

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