lunedì 3 giugno 2013
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Nato a Sotto il Monte, in provincia di Bergamo, il 25 novembre 1881, fu eletto 261mo Papa il 28 ottobre 1958, succedendo a Pio XII. Fin dall'inizio Giovanni XXIII rivelò uno stile che rifletteva la sua personalità umana e sacerdotale maturata attraverso una significativa serie di esperienze: oltre a ripristinare il regolare funzionamento degli organismi curiali, si preoccupò di conferire un'impronta pastorale al suo ministero, sottolineandone la natura episcopale in quanto Vescovo di Roma. Convinto che il diretto interessamento della diocesi costituiva una parte essenziale del ministero pontificio, moltiplicò i contatti con i fedeli tramite le visite alle parrocchie, agli ospedali e alle carceri. Attraverso la convocazione del Sinodo diocesano volle assicurare il regolare funzionamento delle istituzioni diocesane mediante il rafforzamento del Vicariato e la normalizzazione della vita parrocchiale. Il più grande contributo giovanneo è rappresentato senza dubbio dal Concilio Vaticano II, il cui annuncio fu dato nella basilica di s. Paolo il 25 aprile 1959. Si trattava di una decisione personale, presa dal Papa dopo consultazioni private con alcuni intimi e col segretario di Stato, cardinale Tardini. Le finalità assegnate all'assise conciliare, elaborate in maniera compiuta nel discorso di apertura dell'11 ottobre 1962, erano originali: non si trattava di definire nuove verità, ma di riesporre la dottrina tradizionale in modo più adatto alla sensibilità moderna. Nella prospettiva di un aggiornamento riguardante tutta la vita della Chiesa, Giovanni XXIII invitava a privilegiare la misericordia e il dialogo con il mondo piuttosto che la condanna e la contrapposizione in una rinnovata consapevolezza della missione ecclesiale che abbracciava tutti gli uomini. In quest'apertura universale non potevano essere escluse le varie confessioni cristiane, invitate anch'esse a partecipare al Concilio per dare inizio a un cammino di avvicinamento.Nel corso della prima fase si poté costatare che Giovanni XXIII voleva un Concilio veramente deliberante, di cui rispettò le decisioni dopo che tutte le voci ebbero modo di esprimersi e di confrontarsi. Nella primavera del 1963 fu insignito del Premio "Balzan" per la pace a testimonianza del suo impegno a favore della pace con la pubblicazione delle Encicliche Mater et Magistra (1961) e Pacem in terris (1963) e del suo decisivo intervento in occasione della grave crisi di Cuba nell'autunno del 1962. Morì la sera del 3 giugno 1963. Beatificato da Giovanni Paolo II il 3 settembre 2000.
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