giovedì 30 giugno 2011
COMMENTA E CONDIVIDI
"L'Osservatore Romano ebbe origine in un contesto difficile e decisivo per il Papato, con la consapevolezza e la volontà di difendere e sostenere le ragioni della Sede Apostolica, che sembrava essere messa in pericolo da forze ostili". Lo ricorda il Papa nella lunga lettera indirizzata al professor Giovanni Maria Vian, il direttore del quotidiano della Santa Sede che festeggia domani i suoi 150 anni. "Fondato per iniziativa privata con l'appoggio del Governo pontificio, questo foglio serale - sottolinea ilPapa - si definì 'politico religioso', proponendosi come obiettivo la difesa del principio di giustizia, nella convinzione, fondata sulla parola di Cristo, che il male non avrà l'ultima parola. Tale obiettivo e tale convinzione furono espressi dai due celebri motti latini che, sin dal primo numero del 1862, si leggono sotto la sua testata: 'Unicuique suum' e, soprattutto, 'Non praevalebunt'". "Avvertita poi come provvidenziale nonostante soprusi e atti ingiusti subiti dal Papato", nel 1870 la fine del potere temporale, "non travolse l'Osservatore Romano "né rese inutili la sua presenza e la sua funzione", ricostruisce Benedetto XVI notando che "anzi, un quindicennio più tardi, la Santa Sede decise di acquisirne la proprietà". Secondo il Papa attuale, "il controllo diretto del giornale da parte dell'autorità pontificia ne aumentò con il tempo prestigio e autorevolezza, che crebbero ulteriormente in seguito, soprattutto per la linea di imparzialità e di coraggio mantenuta di fronte alle tragedie e agli orrori che segnarono la prima metà del Novecento", divenendo, afferma Benedetto XVI con le parole dell'allora segretario di Stato Gasparri, "eco fedele di un istituto internazionale e supernazionale"."Si susseguirono - continua Joseph Ratzinger nella sua lettera - avvenimenti tragici: il primo conflitto mondiale, che devastò l'Europa cambiandone il volto; l'affermarsi dei totalitarismi, con ideologie nefaste che hanno negato la verità e oppresso l'uomo; infine, gli orrori della shoah e della seconda guerra mondiale"."In quegli anni tremendi, e poi durante il periodo della guerra fredda e della persecuzione anticristiana attuata dai regimi comunisti in molti Paesi, nonostante la ristrettezza dei mezzi e delle forze, il giornale della Santa Sede - dà atto il Papa tedesco - seppe informare con onestà e libertà, sostenendo l'opera coraggiosa di Benedetto XV, di Pio XI e di Pio XII in difesa della verità e della giustizia, unico fondamento della pace". Così, "dal secondo conflitto mondiale l'Osservatore Romano potè uscire a testa alta", conclude Papa Ratzinger citando in proposito anche "autorevoli voci laiche".
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: