giovedì 21 gennaio 2021
Venne ucciso dai nazisti a 29 anni il 13 ottobre 1944 nei pressi della cappella di San Martino. Il suo corpo fu recuperato dopo 6 mesi dal fratello. Durante la guerra aiutò gli sfollati
Don Giovanni Fornasini in due raffigurazioni: a destra il ritratto realizzato da Anna Sergeevna Malyuga  (FB)

Don Giovanni Fornasini in due raffigurazioni: a destra il ritratto realizzato da Anna Sergeevna Malyuga (FB) - .

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Sarà presto beato don Giovanni Fornasini, ucciso il 13 ottobre 1944 nella strage di Marzabotto. Il Papa, ricevendo il cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, ha infatti autorizzato il decreto che ne riconosce il martirio. Significa che per salire agli onori degli altari non sarà necessario un miracolo per sua intercessione.

Come evidenzia lo stesso dicastero vaticano, Giovanni Fornasini nacque a Pianaccio di Lizzano in Belvedere (Bologna, Italia) il 23 febbraio 1915. Entrato in Seminario nel 1931, fu ordinato diacono nel 1941 ed inviato a Sperticano in aiuto dell’anziano Arciprete. Ordinato sacerdote il 28 giugno 1942, venne nominato vicario parrocchiale nella stessa parrocchia. Morto l’arciprete, nell’agosto dello stesso anno, il Servo di Dio fu chiamato a succedergli nella guida della parrocchia.

Nel tragico periodo dell’occupazione tedesca, il Servo di Dio trasformò la sua parrocchia in un “cantiere della carità”, mettendosi a disposizione di tutti coloro che necessitavano di soccorso. Durante l’eccidio di Monte Sole, si adoperò per alleviare le sofferenze della sua gente.

Venne ucciso, all’età di 29 anni, il 13 ottobre 1944 nei pressi della cappella di San Martino, a Marzabotto.

Don Giovanni Fornasini

Don Giovanni Fornasini - .

Nel 1950 venne conferita la medaglia d’oro al valore civile alla sua memoria.

Durante il secondo conflitto mondiale, Fornasini, prestò soccorso specialmente agli sfollati e alla gente rimasta in paese, tra cui molti anziani e bambini.

Più volte era intervenuto presso i tedeschi per aiutare i prigionieri o per far rilasciare persone catturate ingiustamente.

Riguardo al martirio materiale, fra il 28 e il 29 settembre 1944, vi fu la prima strage sul Monte Sole in cui furono sterminate 770 persone. Il 29 settembre, nel contesto delle vendette belliche naziste, fu imprigionato dalle SS ma venne rilasciato perché riconosciuto estraneo alla lotta partigiana.

Il 13 ottobre 1944, un ufficiale delle SS invitò don Fornasini a seguirlo in montagna per dare sepoltura ad alcune persone. Il sacerdote lo accompagnò fino a San Martino di Caprara, ma da qui non fece più ritorno.

Il suo corpo venne recuperato nell’aprile 1945 dal fratello. Circa la ricostruzione del suo martirio dopo i massacri avvenuti sul Monte Sole, Fornasini si era prodigato in un’intensa attività di mediazione per evitare ulteriore spargimento di sangue tra i civili. Sia per il suo ruolo di mediatore che per l’attenzione ai costumi della popolazione, era avvertito come una presenza scomoda per l’autorità tedesca, che lo percepiva come un ostacolo al suo malvagio prestigio, per cui l’odium fidei fu la ragione prevalente dell’uccisione. Il suo assassinio, sottolinea la Congregazione delle cause dei santi, fu motivato da una specifica avversione al ministero.

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