lunedì 8 settembre 2014
COMMENTA E CONDIVIDI
«L’oratorio è una delle espressioni più alte e più belle del volontariato. E il volontariato è una delle forme più belle dell’amore. Io qui vedo tanto gratuità». Il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve sintetizza così le impressioni riportate nei primi tre giorni della seconda edizione dell’Heppening degli Oratori in corso ad Assisi. Lo fa in un momento condiviso anche con altri interlocutori che hanno portato la propria testimonianza al migliaio di educatori, animatori e volontari degli oratori italiani. E la seconda edizione di «H2O» ha sentito anche la vicinanza di papa Francesco non solo perché tutto si è svolto nella terra di san Francesco, ma anche perché il cardinale Bassetti spesso ha richiamato l’attenzione alle parole del Pontefice rivolte ai giovani. Anche il momento assembleare di ieri ha ricevuto indirettamente il "contributo" di papa Bergoglio attraverso la testimonianza di padre Charly Olivero, missionario argentino, che opera alla fondazione dell’Hogar de Cristo, un centro per giovani tossicodipendenti inaugurato a Buenos Aires nel marzo 2008 dall’allora arcivescovo Jorge Mario Bergoglio.Già venerdì sera, a conclusione di una giornata caratterizzata dai laboratori di comunità nelle diocesi umbre e dalla fiaccolata dall’Abbazia di San Pietro alla Basilica superiore di San Francesco, il cardinale Gualtiero Bassetti nella Messa, aveva invitato i giovani presenti a «onorate la vostra esistenza come Francesco ha onorato la sua vita». «Francesco è morto cantando – continua il cardinale – perché tutta la sua vita era stato un canto nonostante una vita di dolore e di sofferenze. Francesco guardava con lo sguardo del Vangelo».La formula H2O, acqua che scorre e attraversa, ci riporta alla missione evangelizzatrice a cui sono chiamati gli oratori. «Se non guardiamo la realtà in cui viviamo finiamo per perdere di vista la chiamata missionaria – sottolinea il porporato –. Papa Bergoglio ci invita ad uscire per vivere la missione. Guardare la realtà è già un’azione missionaria. Chi guarda, ama! Il primo passo per il vero discernimento è guardare la realtà, noi stessi ed il prossimo. La missione parte dallo sguardo, ma, viene dal cuore. È lo sguardo di Gesù verso gli ultimi; è lo sguardo del Vangelo che ci fa andare avanti e che ci porta ad una conoscenza più profonda». Guardare noi stessi, la realtà e l’oratorio vivendo alla luce del Vangelo è l’invito del cardinale ai presenti.Bassetti riprende le parole del Papa in merito alla necessità di uscire dagli schemi e di non lasciare spazio al giudizio ed al pettegolezzo. Dopo la conoscenza di Francesco e Chiara attraverso la storia, la testimonianza, l’arte e perfino le pietre della città di Assisi che parlano di Francesco e Chiara, come sottolinea l’arcivescovo Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, è una voce femminile quella che ieri ha parlato ai giovani degli oratori: suor Sara Donata, abbadessa del monastero di Sant’Agnese di Perugia. Suor Donata è cresciuta in oratorio e la sua vocazione è maturata anche grazie a questa esperienza. Il suo intervento descrive lo sguardo come lo sguardo dei ragazzi si rivolge ai bambini dell’oratorio. La bellezza della vista di un volto viene descritto attraverso due scene della vita di Francesco: l’incontro con il lebbroso e il crocifisso di San Damiano che parla a Francesco. Tante sono le riflessioni nella sua testimonianza: l’oratorio è un volto vivo, il volto del lebbroso che incontra Francesco. L’oratorio è una chiamata così come Gesù consegna la sua missione a Francesco attraverso le parole del crocifisso: «Francesco, non vedi che la mia casa sta crollando? Va, dunque, restaurala per me!». Marco Moschini dell’Università di Perugia presenta, invece, la figura di don Bosco, quale padre e maestro, di cui (1815-2015) il prossimo anno si celebrerà il bicentenario della nascita.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: