giovedì 15 febbraio 2018
Il presidente della Cei in visita nella diocesi di cui è stato pastore per 10 anni. Parla di campagna elettorale («Abbassare i toni») e ribadisce il no a ogni forma di eutanasia.
Il cardinale Bassetti con il vescovo di Arezzo Fontana (Foto Daiano Cristini)

Il cardinale Bassetti con il vescovo di Arezzo Fontana (Foto Daiano Cristini)

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«La scintilla della vita è accesa dal buon Dio. E solo il Signore la può spegnere. Nessuno può arrogarsi il diritto di fare altrettanto». Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, entra nella vicenda di dj Fabo legata anche alla decisione del tribunale di Milano di rimettere ieri gli atti alla Consulta perché valuti la legittimità costituzionale del reato di aiuto al suicidio nel processo a Marco Cappato. Il porporato parla da Arezzo, la diocesi che ha guidato per dieci anni come vescovo e dove oggi è tornato per la festa della Madonna del Conforto, la ricorrenza religiosa a cui gli aretini sono più legati. Incontrando i giornalisti, nella conferenza stampa nel Palazzo vescovile, affiancato dal “padrone di casa”, il vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, l’arcivescovo Riccardo Fontana, il presidente della Cei affronta la questione del suicidio assistito. «Come Chiesa diremo sempre “no” a ogni forma di eutanasia», afferma. E al tempo stesso «occorre evitare l’accanimento terapeutico. Il che significa assicurare fin quando è possibile le cure e ogni possibilità di nutrimento». Poi cita papa Francesco spiegando che «deve prevalere l’anima del Buon Samaritano, ossia dell’accompagnamento del malato o di chi è in condizioni di stato vegetativo lenendo il più possibile il dolore».

La campagna elettorale: abbassare i toni

Guardando alla campagna elettorale verso il voto del 4 marzo, il cardinale Bassetti chiede di «abbassare i toni» e di «stare accanto alla povera gente che va ascoltata». Poi ribadisce: «Non sono ammesse promesse elettorali che sappiamo fin dall’inizio che non saranno mantenute. Perché tutti riusciamo a fare due conti e siamo in grado di comprendere quando le promesse sono irrealizzabili». Quindi il richiamo a governare e amministrare l’Italia con «lo stile del buon padre di famiglia» visto che «c’è bisogno più che mai di lavoro» e il Paese «va rammendato».

Anche il “caso” Macerata con il delitto di Pamela di cui sono accusati quattro nigeriani è commentato dal cardinale. «I fatti non vanno strumentalizzati – ammonisce Bassetti –. I media sono chiamati a pacificare gli animi, non a esasperarli. Si deve unire nella verità e ripeto nella verità. Mai dividere perché proprio la parola “diavolo” ha in sé il riferimento alla divisione».

Il Papa emerito e quella partitura...

Questi sono anche i giorni in cui ricorrono i cinque anni dalla “conclusione” del ministero petrino di Benedetto XVI. E, mentre si torna a parlare delle condizioni di salute del Papa emerito, il cardinale Bassetti definisce la rinuncia «il gesto più coraggioso che un Pontefice possa compiere» e che è stato fatto «in piena onestà e libertà». Il presidente della Cei racconta di essere andato a trovare Ratzinger più volte nel monastero “Mater Ecclesiae” dove si è ritirato all’interno delle mura vaticane. «È sempre un piacere incontrarlo – sottolinea l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve –. Il Papa emerito mette a fuoco benissimo ogni tema. E, quando gli cito Perugia, la lega a Leone XIII, il Papa della “Rerum novarum” che è stato proprio pastore a Perugia». Poi riferisce un aneddoto. «Conoscendo la sua passione per la musica – dice Bassetti – gli ho regalato gli inni musicati di san Costanzo e sant’Ercolano. Ebbene, mi è stato riferito che Benedetto XVI si è messo al pianoforte in prima persona per suonarli, tanto era incuriosito dalle partiture».

Ad Arezzo un ritorno a casa

Per Bassetti la giornata di oggi ad Arezzo è come un ritorno a casa. Piena la Cattedrale. Prima e dopo la Messa strette di mano e parole di affetto a tanta gente della diocesi che ha voluto “riabbracciare” il vescovo creato cardinale e poi diventato presidente della Cei e si è ritrovata ai piedi della sacra immagine mariana che il 15 febbraio 1796 si illuminò miracolosamente liberando la città dal terremoto. A invitare il porporato l’arcivescovo Riccardo Fontana che ha voluto proprio Bassetti ad inaugurare il Sinodo diocesano i cui lavori cominceranno l’8 aprile. Alla celebrazione del mattino presenti i 470 sinodali.

Nell’omelia il cardinale mette in guardia dal «clericalismo» che è «il contrario della comunione» e che si traduce in una «Chiesa che punta ai posti di potere». Dal pulpito dice di voler «aprire» il suo «cuore con sincerità» e scuote la Chiesa italiana osservando che «spesso la pastorale è ridotta a essere un discorso troppo alla buona o troppo generico» e che anche la catechesi «ha contenuti poveri e riferimenti alla Parola di Dio solo esortativi, senza tenere conto della forza dell’annuncio». Ecco perché è urgente una «conversione pastorale» che «tocchi davvero il cuore e la mente».

Il presidente della Cei esorta, quindi, a essere «Chiesa sinodale» in cui «ciascun membro viene valorizzato come pietra viva, scelta e preziosa», in cui «tutti portano i pesi dell’altro» e «si gareggia nello stimarsi a vicenda», in cui «si declina nella vita quotidiana e ordinaria il discernimento comunitario», in cui «camminiamo insieme» e si «cresce attraverso il dialogo». Tutto ciò fa sì che «Cristo possa rompere anche schemi stantii nei quali pretendiamo di imprigionare lo Spirito che invece ci sorprende sempre per la sua costante creatività».

Nell’omelia Bassetti descrive anche il giusto approccio alla devozione mariana. Guai se è fine a se stessa. «Maria ci indica Gesù», afferma con forza il cardinale. E aggiunge: «La Vergine ci spinge ad ascoltare il Signore. Come disse ai servi nelle Nozze di Cana, così ripete a noi: fate quello che vi dirà. Non lasciamo cadere nel vuoto nessuna delle sue parole: ascoltiamolo. Non preoccupiamoci di altro». Quindi il richiamo. «Nella vita familiare e personale, in quella privata o pubblica, nel lavoro e nel riposo, sempre “fate” quello vi dirà».

L'arcivescovo Fontana: le tre virtù della Madonna

Nell’Eucaristia del pomeriggio è l’arcivescovo Fontana a mettere il Sinodo diocesano sotto la protezione della Madre di Dio. Nell’omelia il presule indica tre virtù della Madonna: la «fede», la «perseveranza» e la «ragionevolezza di capire le logiche di Dio». Quindi afferma: «Maria che è la prima cristiana ci aiuta e mai ci abbandona». Perciò «non possiamo avere paura del nuovo». Neppure dei migranti che «sono un dono: sosteniamo la loro integrazione e non contestiamo la loro presenza».

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