martedì 5 gennaio 2016
Con i fondi dell'8xmille il centro culturale intitolato a Benedetto XVI. A Negombo il complesso che vuole essere segno di incontro in un Paese piegato dalla guerra civile. Già 1.200 i ragazzi coinvolti
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All’inizio del 2015 era stato visitato da papa Francesco durante il suo primo viaggio in Asia. A fine anno è stato solennemente inaugurato alla presenza delle massime autorità civili e religiose e con la partecipazione del presidente della Cei, il cardinale arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco. Stiamo parlando del Benedict XVI Cultural Institute creato in Sri Lanka per contribuire a dare un futuro di pace e prosperità ai giovani di un Paese segnato negli ultimi decenni da una sanguinosa guerra civile etnica, tra la maggioranza cingalese e la minoranza tamil. Un centro culturale sorto con il sostegno della Chiesa italiana e aperto a tutti i giovani, a prescindere dal proprio credo, segno importante in un Paese a forte maggioranza buddista, ma con significative minoranze di altre confessioni religiose: musulmana, indù, cattolica. Il centro culturale si trova a Negombo, una delle principali città dell’isola, dove vive una comunità cattolica particolarmente numerosa e vivace tanto da essere tradizionalmente soprannominata la “Piccola Roma”. Principale fautore di questa iniziativa è il cardinale Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo, sul cui territorio insiste Negombo. Il porporato è molto legato alla figura del Pontefice emerito. È stato infatti papa Ratzinger a volerlo dapprima come suo collaboratore nella Curia romana nominandolo segretario della Congregazione per il culto divino e poi a imporgli la berretta cardinalizia come pastore della più importante diocesi dell’isola. Papa Francesco, da parte sua, durante il viaggio in Sri Lanka di un anno fa, ha benedetto la cappella dell’istituto mostrando interesse nella visione di aiutare la gioventù a conseguire un’eccellente professionalità e l’integrità morale di cui il Paese ha bisogno. Alla cerimonia di inaugurazione ufficiale, che si è svolta lo scorso 27 dicembre, oltre al presidente della Cei, al cardinale Ranjith e al nunzio apostolico, l’arcivescovo Pierre Nguyen Van Tot, erano presenti leader di altre religioni e le massime autorità dello Stato, come il presidente Maithrapala Sirisena, lo speaker del Parlamento e il ministro dell’educazione. Ad accompagnare il cardinale Bagnasco alla solenne cerimonia di inaugurazione era don Leonardo Di Mauro, responsabile dell’Ufficio Cei per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo. «Partecipare all’evento – racconta ad Avvenire il sacerdote pugliese – è stato un bel momento di gioia e un’occasione per constatare ancora una volta l’importanza degli interventi caritativi che la Cei può realizzare nei Paesi in via di sviluppo grazie all’8xmille che gli italiani affidano alla Chiesa cattolica». Don Di Mauro evidenzia come l’istituto sia «un’opera destinata a dare futuro e speranza a tanti giovani srilankesi senza distinzioni né di etnia, cingalesi e tamil, né di religione, buddisti, cristiani e induisti», sottolineando come abbia «già fatto il pieno di iscrizioni, circa 1.200 a livello preuniversitario ». Il responsabile dell’Ufficio Cei osserva come sia «bella» anche la partecipazione del governo che «ha riconosciuto l’importanza di questa iniziativa della Chiesa cattolica locale ma aperta a tutti i giovani», contribuendo alla manodopera necessaria con i militari «che dopo una dura guerra civile sono sempre più utilizzati per attività sociali e di pubblica utilità». Le autorità civili hanno inoltre contribuito alla sistemazione degli spazi esterni con interventi che li hanno resi più ospitali e belli, mentre la Cei da parte sua ha provveduto al restauro degli edifici preesistenti e alla costruzione di nuovi stabili necessari.  L’istituto infatti è situato in un complesso dove tra il 1948 e il 1961 sorgeva un importante college cattolico che successivamente fu preso in carico dallo Stato e poi chiuso. Il centro dedicato al Pontefice emerito non è l’unica iniziativa sostenuta dalla Cei nel Paese asiatico. In Sri Lanka sono infatti una ventina, ricorda don Di Mauro, i progetti aiutati dalla Chiesa italiana grazie ai fondi dell’8xmille. Oltre all’istituto “Benedetto XVI” è particolarmente significativo quello di una scuola materna in costruzione a Kandy, storica città sacra buddista situata nel centro dell’isola. Notevole fu anche l’aiuto ai tempi dello tsunami (dicembre 2004) che colpì anche lo Sri Lanka.
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