lunedì 1 giugno 2009
Il Presidente della Cei all'Osservatore Romano: « A causa di una diffusa fragilità purtroppo il matrimonio e la famiglia entrano in crisi, si richiede un investimento ancora più capillare della Chiesa»
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Da parte della Chiesa Italiana «da sempre c'è attenzione verso la pastorale del matrimonio: il Vangelo della vita, della famiglia, del matrimonio sono questioni da sempre al centro dell'evangelizzazione». Lo afferma il Presidente della Cei Angelo Bagnasco che interviene sull'Osservatore Romano a proposito delle attese dei divorziati risposati che hanno grande spazio sui media del nostro Paese.Il cardinale non entra nella questione dell'ammissione ai sacramenti ma in sintonia con l'esortazione del Papa a non escluderli affatto dalla vita anche liturgica della Chiesa sottolinea che «certamente in questi ultimi anni, a seguito di quella diffusa fragilità che si individua in molte situazioni in cui purtroppo il matrimonio e la famiglia entrano in crisi, si richiede un investimento ancora più capillare e quindi l'attenzione della Chiesa, che da sempre è rivolta all'istituzione familiare, ritenuta cellula fondante della società e rispondente al disegno divino e al sacramento che Cristo ha istituito, deve essere ancora maggiore nelle nostre comunità cristiane».La crisi della famiglia, per il card. Bagnasco, è collegata all'emergenza educativa che, ricorda nell'intervista, provoca anzitutto noi adulti, come ho detto nella prolusione, che dobbiamo essere «testimoni credibili». Servono, spiega, «punti di riferimento, modelli credibili ai quali i giovani possano guardare con fiducia e con attrattiva». Inoltre «è necessario avere criteri educativi chiari, solidi, che vadano anche controcorrente se necessario, contro le mode dominanti, che partano da una antropologia completa che per noi cristiani si radica nella persona di Gesù Cristo, come ci ricorda anche il concilio Vaticano II. Da qui - conclude - bisogna partire per avere il coraggio, la fiducia, la speranza di poter educare le giovani generazioni che sono portatrici di questa domanda interiore. Ce lo ricorda il Santo Padre, Benedetto XVI, quando in diversi discorsi ha esortato a non avere paura di fronte al compito educativo. Noi non dobbiamo avere paura: è possibile educare, non dobbiamo arrenderci, perchè sono i giovani stessi a chiedere questo aiuto a noi adulti».
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