lunedì 26 dicembre 2011
​La situazione delle carceri italiane e il lavoro: questi i due temi che il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale e arcivescovo di Genova ha voluto affrontare nel giorno di Natale.
Card. Bagnasco: video-messaggio su Tv2000 | L'editoriale
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La situazione delle carceri italiane e il lavoro: questi i due temi che il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale e arcivescovo di Genova ha voluto affrontare nel giorno di Natale. Per farlo, ha scelto l'affollatissimo carcere di Genova Marassi dove, al termine della messa celebrata per oltre 200 detenuti, ha voluto ricordare a chi sconta la pena che "nessuno sarà solo". Al direttore dell'istituto Salvatore Mazzeo ha ricordato la situazione "insostenibile" delle carceri italiane e che ha chiesto un impegno "spirituale e politico", Bagnasco ha risposto affermando che la situazione delle carceri "è ben nota e si trascina da molto tempo. Certamente ognuno farà la sua parte e può stare certo che la chiesa continua e continuerà a fare la sua parte ricordando la dignità di ogni persona in qualunque situazione si trovi compresa naturalmente quella della detenzione che riporta particolari difficoltà strutturali e logistiche".

Il presidente della Cei ha voluto ricordare le parole di Papa Ratzinger in visita al carcere romano di Rebibbia: "Se come la pena carceraria detentiva deve avere un valore pedagogico" è necessario "che anche gli istituti di pena possano essere luoghi strutturalmente adeguati perchè la pena possa avere non soltanto carattere coercitivo detentivo ma anche educativo".

Ma è anche il lavoro e la situazione che vivono gli italiani che sta a cuore dell'alto prelato. In cattedrale è questo il tema che affronta: "L'ora che stiamo vivendo è seria, le ombre non sono poche anche se le luci non mancano, il turbamento è diffuso. Ma non dobbiamo mai perdere la fiducia perché vivere sfiduciati significa arrendersi alle circostanze e restare passivi".

Pensa a Fincantieri, il cardinale Bagnasco, anche se questo nome non lo pronuncia mai: è necessario, ha detto il porporato, "Stringerci di più gli uni agli altri a tutti i livelli di responsabilità, lasciando da parte divisioni e particolarismi. È un imperativo in quest'ora di preoccupazione per il lavoro".

Davvero, ha detto il card. Bagnasco, questa è un' "ora difficile" e ha esortato al "coraggio della dedizione e della generosità, dell'altruismo e della concordia a qualunque costo pur di superare insieme le prove". Ma è Natale, una notte che "ha illuminato le notti del mondo", le notti "degli egoismi che dividono e che rendono la terra un deserto, che impediscono agli uomini di vivere non solo accanto ma insieme, capaci di quella comunione che diventa solidarietà, sostegno, condivisione nelle cose quotidiane, nelle prove che feriscono l'esistenza, turbano gli animi, rendono incerto il domani. Sono le ansie che vive oggi la società, che vivono molti nostri fratelli e sorelle anche nella nostra città".

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