sabato 2 aprile 2011
A 25 anni dallo «storico incontro» tenuto ad Assisi il 27 ottobre 1986 per volontà di papa Wojtyla, Benedetto XVI «intende convocare, il 27 ottobre prossimo, una Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo, recandosi pellegrino nella città di San Francesco». Per essere «costruttori di fraternità e di pace», è necessario «parlare e dialogare con tutti», credenti o non credenti, «senza rinunciare alla propria identità o indulgere a forme di sincretismo». Il vescovo Sorrentino: «Si allarga lo spazio del dialogo».
- IL TESTO DEL COMUNICATO 
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Per essere «costruttori di fraternità e di pace», è necessario «parlare e dialogare con tutti», credenti o non credenti, «senza rinunciare alla propria identità o indulgere a forme di sincretismo». Così, nel comunicato diffuso oggi dalla sala stampa vaticana, vengono spiegati i principi dell'incontro interreligioso di preghiera per la pace che Benedetto XVI ha convocato per il prossimo 27 ottobre ad Assisi, a 25 anni da quello voluto da Giovanni Paolo II. Si risponde così indirettamente a quanti, nelle file più tradizionaliste mondo cattolico, sostengono che persone di fedi diversi non posso pregare insieme.   «La Giornata avrà come tema "Pellegrini della verità, pellegrini della pace"».  «Ogni essere umano è, in fondo, un pellegrino in ricerca della verità e del bene. Anche l'uomo religioso rimane sempre in cammino verso Dio: da qui nasce la possibilità, anzi la necessità di parlare e dialogare con tutti, credenti o non credenti, senza rinunciare alla propria identità o indulgere a forme di sincretismo; nella misura in cui il pellegrinaggio della verità è vissuto autenticamente, esso apre al dialogo con l'altro, non esclude nessuno e impegna tutti ad essere costruttori di fraternità e di pace». «Sono questi - viene aggiunto - gli elementi che il Santo Padre intende porre al centro della riflessione».«Per questo motivo - si legge nel comunicato -, saranno invitate a condividere il cammino dei rappresentanti delle comunità cristiane e delle principali tradizioni religiose anche alcune personalità del mondo della cultura e della scienza che, pur non professandosi religiose, si sentono sulla strada della ricerca della verità e avvertono la comune responsabilità per la causa della giustizia e della pace in questo nostro mondo».«L'immagine del pellegrinaggio - viene spiegato - riassume dunque il senso dell'evento che si celebrerà: si farà memoria delle tappe percorse, dal primo incontro di Assisi, a quello successivo del gennaio 2002 e, al tempo stesso, si volgerà lo sguardo al futuro, con il proposito di continuare, con tutti gli uomini e le donne di buona volontà, a camminare sulla via del dialogo e della fraternità, nel contesto di un mondo in rapida trasformazione. San Francesco, povero e umile, accoglierà di nuovo tutti nella sua città, divenuta simbolo di fraternità e di pace».In preparazione a tale Giornata, Papa Benedetto XVI presiederà in San Pietro, la sera precedente, una veglia di preghiera, con i fedeli della Diocesi di Roma. Le Chiese particolari e le comunità sparse nel mondo sono invitate ad organizzare momenti di preghiera analoghi.Ad Assisi, da quando il Papa ha annunciato l'incontro interreligioso del 27 ottobre, i frati pregano e chiedono l'intercessione di San Francesco, affinchè l'evento «possa tradursi in una nuova e decisivatappa del cammino verso la fratellanza universale e il progresso della pace nel mondo». C'è «grande gioia» nella comunità francescana e nella diocesi, e insieme "gratitudine" per la decisione di papaBenedetto XVI di aver scelto di tornare ad Assisi - «la città di San Francesco e della sua "pianticella" Chiara».Il vescovo di Assisi, mons. Domenico Sorrentino, e i rappresentanti di tutti gli ordini francescani si sono detti pienamente partecipi e coscienti della responsabilità e della missione di accogliere i "pellegrini della verità, pellegrini della pace", in una città, Assisi, «divenuta - come ha dettoil Papa oggi - simbolo di fraternità e di pace». È stata sottolineata anche una «sfumatura nuova» rispetto alla Giornata del 1986, con la partecipazione di personalità del mondo della cultura e della scienza, che «pur non professandosi religiose, si sentono sulla strada della ricerca della verità». «Si allarga lo spazio del dialogo», ha detto il vescovo. Mons. Sorrentino e la comunità francescana hanno ricordato che «Francesco, senza mai attenuare la testimonianza della sua fede, seppe offrirla con un atteggiamento di umiltà, capace di favorire rapporti improntati a reciproco rispetto e accoglienza, anche nel dialogo con credenti di altre religioni, come dimostra il suo colloquio con il Sultano».  «Grande disponibilità» a lavorare insieme all'evento è stata espressa dai rappresentanti delle istituzioni locali, l'assessore della Regione dell'Umbria Fernanda Cecchini, il presidente della Provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi, il sindaco di Assisi, Claudio Ricci.
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