venerdì 10 febbraio 2023
La Chiesa di stato inglese ha dato il via libera alle cosiddette “Preghiere di amore e di fede”, con cui si potranno benedire coppie omosessuali stabili, unite civilmente dalla legge britannica
Anglicani: possibile benedire le unioni omosessuali, no ai matrimoni

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Dopo otto ore di un dibattito difficile, che ha messo in luce tante divisioni, e che, come ha detto un membro del Sinodo generale della “Chiesa di Inghilterra”, «è sembrato durare ventiquattro ore» la Chiesa di stato inglese ha dato il via libera alle cosiddette “Preghiere di amore e di fede”, con cui si potranno benedire coppie omosessuali stabili, unite civilmente dalla legge britannica. Sul tema, il Sinodo anglicano ha espresso tante posizioni diverse, un profondo desiderio di ascolto, una disperata ricerca dell’unità. Lo dimostrano i numeri. L’approvazione è arrivata infatti con 250 voti a favore e 181 contrari, e le camere di laici e pastori divise quasi a metà. Così l’organo che controlla la Chiesa di Stato inglese ha scelto di non aprire alla legislazione per i matrimoni tra persone dello stesso sesso come chiedeva un emendamento del membro del Sinodo e rappresentante della comunità Lgbtq+ ,Jayne Ozanne. Il parlamento di Westminster, che ha dato il via ai matrimoni omosessuali nel 2013, preme in questa direzione, come ha ammesso lo stesso arcivescovo di Canterbury e primate anglicano Justin Welby.

«Nelle ultime due settimane hanno tentato di dirmi che cosa fare ma non seguirò certo le loro indicazioni» ha detto Welby che ha espresso più volte, al Sinodo, la volontà di mantenere unita una Chiesa profondamente divisa su questo argomento. In ogni caso, per la prima volta, le coppie omosessuali avranno un riconoscimento pubblico - si tratti di liturgie di benedizione o di ringraziamento - uno spazio assicurato loro nelle chiese anglicane anche se i pastori che non lo vogliono potranno scegliere di non usare queste preghiere.

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Il compromesso non ha soddisfatto le associazioni omosessuali e Lgbtq+ locali che chiedevano che il Sinodo avviasse la legislazione per i matrimoni omosessuali a cominciare già dal prossimo luglio. «Vi scusate con noi – ha detto Jayne Ozanne – ma continuate a farci sentire esclusi».

Sul versante opposto, sono scontenti del compromesso diversi movimenti, come “Anglican Orthodox” e “Global South Fellowship of Anglican Churches”anglicani che chiedono un deciso no alle unioni omosessuali alla luce di una lettura “letterale” della Bibbia. Insoddisfatti questi gruppi, anche se, come testimonia la mozione conclusiva, la Chiesa di Inghilterra ha deciso di «non proporre nessun cambiamento alla dottrina tradizionale del matrimonio”».

Il voto sulle preghiere per le coppie omosessuali, unite dalla legge in forma stabile, conclude un processo di consultazione su identità e sessualità durato sei anni, “Living in love and faith”, “Vivere nell’amore e nella fede”, guidato dal vescovo di Londra Sarah Mullally. «Ci scusiamo e ci pentiamo perché la nostra Chiesa, in passato, non è riuscita ad accogliere i rappresentanti della comunità “Lgbt” e, in questo modo li ha feriti», ha detto Welby. Nell’agenda del Sinodo anche la crisi legato all’aumento del costo della vita, con laici, pastori e vescovi che hanno raccontato storie di grande povertà, e la protezione di minori e adulti vulnerabili. Il Sinodo si è infatti confrontato sui risultati dell’ultima inchiesta di stato sugli abusi (Independent Inquiry into Child Sexual Abuse) e si è impegnata per una maggiore trasparenza sul tema.

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