il corteo di barche che condusse il corpo del santo verso la Basilica di San Marco nel 1959 - Patriarcato di Venezia
Sono più di 80 le chiese parrocchiali in Italia dedicate a San Pio X. Domani sarà celebrata la sua memoria liturgica. Papa Giuseppe Sarto moriva, infatti, il 20 agosto 1914, a pochi giorni dallo scoppio della Prima guerra mondiale. «La devozione popolare nei confronti di questo santo è ancora molto fervida, anche se è trascorso più di un secolo – afferma il parroco del paese natale, Riese Pio X, monsignor Giorgio Piva -. Lo ricordano coloro che hanno studiato sul suo catechismo, ma è in atto una riscoperta di questo Pontefice anche per tante sue aperture, pure sociali».
È in questo clima, di rinnovata attenzione verso “Bepi” Sarto, come preferiscono chiamarlo a Riese, che nelle diocesi di Treviso e di Padova, nonché nel patriarcato di Venezia, si sta preparando la grande “Peregrinatio corporis”. Dal 6 al 15 ottobre a Treviso, nei giorni successivi a Padova, in particolare nel Seminario in cui il giovane Sarto ha studiato, dal 17 al 22 ottobre a Venezia. Il programma dettagliato della “peregrinatio” veneziana sarà definito a breve tra il patriarcato e l’amministrazione della Città metropolitana, ma sono già state anticipate alcune tappe in tre parrocchie: Caorle e Gambarare di Mira, poste ai due estremi del territorio e quindi rappresentative di tutto il patriarcato, e S. Pio X di Marghera, parrocchia dedicata al santo.
Vi sarà, infine, il momento conclusivo solenne con la presenza dell’urna nel centro storico di Venezia, ossia nella Basilica di San Marco (sede del patriarca Sarto) e nella Basilica della Salute (sede del Seminario di cui temporaneamente egli fu rettore sia da patriarca che da Papa ed oggi anche sede della Facoltà di Diritto canonico voluta da Pio X e a lui intitolata).
«Per noi significa incontrare un testimone della fede delle nostre terre che conduce a Dio. La peregrinatio, dunque, non ha il significato solo di un evento storico o devozionale; è ben di più: una testimonianza di fede e di impegni» commenta don Marco Zane, responsabile della comunità vocazionale del Seminario che ricorda come, “fatto unico”, Pio X abbia retto da Papa, per un breve periodo, il Seminario patriarcale.
L’urna con il corpo di san Pio X nella Basilica di San Marco nel 1959 - Patriarcato di Venezia
Giuseppe Melchiorre Sarto viene alla luce il 2 giugno 1835, a Riese (TV) secondogenito di 10 fratelli. Dopo il ginnasio a Castelfranco Veneto, ottiene una borsa di studio per un posto gratuito nel Seminario di Padova, dove viene ordinato sacerdote il 18 settembre 1858. Poi arrivano i primi incarichi, prima come vicario a Tombolo e poi come parroco a Salzano. Il 10 novembre 1884 viene nominato vescovo di Mantova. Bisogna aspettare il giugno del 1893 per vederlo eletto cardinale e inviato come patriarca a Venezia, dove entra nel novembre 1894. Perché la devozione popolare non si spegne? «Ha sempre conservato un legame speciale con il Veneto - continua don Zane -, spesso quello che riceveva in dono lo regalava alle diocesi della nostra regione, non teneva nulla per sé. È stato un grande santo della carità».
La “Peregrinatio” del 1959 ha testimoniato, con i suoi grandi numeri («i Seminari del Nordest organizzavano treni interi per recarsi a Venezia» ricorda monsignor Angelo Zanello di Tolmezzo), il trasporto dei veneti -e non solo - verso il loro “don Bepi”. Un Papa, peraltro, attuale, come testimonia il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. «Figlio della nostra gente, papa Sarto aveva conosciuto la miseria e il sacrificio di una società contadina non distante da quella conservata nella memoria dei veneti più anziani. Era, quindi, in grado di leggere lucidamente i danni irreversibili e lo strazio che un conflitto moderno avrebbe lasciato. Una visione che ne fa un personaggio di grande attualità, oggi che ancora una guerra insanguina incredibilmente l’Europa da più di un anno».
Un testimone, sottolinea ancora Zaia, «anche della nostra vita di popolo, di quel Veneto che, nel rispetto di tutti, dalle radici cristiane ha attinto i fondamenti per il suo modello di società laica. Una società che ha conquistato il suo progresso ma in cui carità, solidarietà, inclusione sono ancora valori fondamentali e dove il volontariato a favore della comunità coinvolge una delle percentuali più alte di cittadini a livello nazionale oltre a vantare un grande successo in vasti ambiti di servizio».
«Come dimenticare – si chiede don Zane al riguardo – le attenzioni che Pio X continuava a riservare alle “sue” diocesi, alle loro comunità parrocchiali più povere, ai parroci impegnati ad esempio nei paesi colpiti dalla malaria? Si interessava di loro anche dal soglio pontificio, per quanto possibile continuava ad aiutarli. Testimonianze di fede e di carità che son rimaste nella memoria e nella storia, ed hanno contribuito alla grande devozione popolare”.