giovedì 5 settembre 2013
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«Nelle ultime ore c’è stata una reazione complessiva estremamente positiva, rapida e forte all’appello di Papa Francesco. Sabato la Francia si assocerà non solo su scala diocesana, ma anche nelle singole parrocchie». Monsignor Marc Stenger, vescovo di Troyes e presidente in Francia di Pax Christi, evoca così i preparativi in vista della preghiera e del digiuno per la pace in Medio Oriente. Per il presule l’evento è atteso con impazienza da tanti fedeli francesi, quasi frastornati dalla girandola di notizie delle ultime settimane: «Accanto all’orrore per la crisi siriana e al senso di solidarietà verso le sofferenze della gente, avevo constatato molta perplessità a proposito dell’atteggiamento da assumere di fronte al dramma. Le notizie che ci giungono sono sempre frammentarie, eppure si avvertiva il bisogno di fare qualcosa».
Da parte sua Pax Christi aveva previsto di lanciare in Francia un messaggio congiunto assieme a organizzazioni musulmane, accanto all’arrivo imminente in Libano e Giordania di una delegazione per visitare i rifugiati siriani. Ma dopo l’appello del Papa «si è aperta una porta nel nome del dialogo. Inoltre, ne sono certo, ciò spalancherà la strada a gesti solidali più forti e numerosi». Monsignor Georges Pontier, arcivescovo di Marsiglia e neopresidente della Conferenza episcopale francese, ha pubblicato lunedì una lettera di solidarietà indirizzata a Gregorio III, patriarca di Antiochia: «I vescovi francesi, in comunione con Papa Francesco, invitano con insistenza a pregare per la pace in Siria. Chiedono che tutte le vie siano esplorate per giungere a una soluzione politica e diplomatica del conflitto, come chiesto dai responsabili cristiani in Siria».
Dello slancio crescente dei fedeli francesi verso la Siria continua ad essere testimone pure monsignor Pascal Gollnisch, direttore dell’Oeuvre d’Orient, che fin dal 1856 rappresenta la principale associazione cattolica transalpina interamente dedicata ad aiutare i cristiani d’Oriente: «Si sta rafforzando una tendenza che era cominciata all’indomani dell’attentato contro la Chiesa siriaca di Bagdad, un evento che aveva risvegliato le coscienze». Nelle ultime ore, sono stati fugati pure tanti dubbi: «Sta crescendo la consapevolezza che in Siria e in tutto il Medio Oriente non siamo davanti a conflitti fra cristiani e musulmani. Molto più pregnante appare invece lo scontro fra fondamentalisti e quella parte della società che intende seguire la democrazia. Stiamo divenendo più ricettivi al messaggio di quei numerosissimi musulmani che si dissociano dalle pretese dell’islam politico radicale». Monsignor Gollnisch è pure in grado di tracciare un primo bilancio della solidarietà materiale proveniente dalla Francia: «Dallo scoppio della crisi a oggi attraverso diversi organismi i cattolici francesi hanno trasferito più di 10 milioni di euro in aiuti d’emergenza per la Siria, di cui 3 attraverso l’Oeuvre. Ma accanto a ciò credo che occorra offrire parole di amicizia. Parliamo troppo dei cristiani d’Oriente che partono e spesso troppo poco di quelli che restano».
A Parigi, sabato sera, i fedeli potranno riunirsi per pregare a partire dalle 19 soprattutto presso il Santuario del Sacro Cuore, sulla collina di Montmartre: un luogo che evoca già nell’etimologia («monte dei martiri») un permanente slancio di solidarietà e preghiera verso gli afflitti e in particolare le vittime della violenza in ogni continente. Analoghe veglie di raccoglimento e adorazione eucaristica sono previste ovunque nel Paese.
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