sabato 15 gennaio 2011
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Al cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, non piace sentir parlare di «santi subito», ma di «santi sicuri». Ed è per questo che ci tiene a sottolineare che anche nel caso di Giovanni Paolo II le norme procedurali che lo hanno portato alla soglia dell’onore degli altari sono state «rispettate scrupolosamente, anzi, se possibile, più scrupolosamente che in altri casi». Ciò detto è evidente, comunque, che papa Wojtyla potrà essere ascritto all’albo dei beati il prossimo 1° maggio ad appena sei anni dalla sua morte, il che comunque è un quasi record, paragonabile a quanto avvenne per Madre Teresa di Calcutta. Che però ha una sua spiegazione. Dovuta a due particolari «attenzioni», come le definisce il cardinale Amato, che sono state riservate alla causa di beatificazione del primo pontefice polacco della storia. Eminenza, qual è stata la prima attenzione? Il Santo Padre Benedetto XVI ha deciso che si derogasse dalla normativa vigente in base alla quale dovevano trascorrere cinque anni dalla morte del Servo di Dio. Si è trattato di una grande agevolazione grazie alla quale già nel 2007 si è potuto concludere la fase diocesana del processo.E la seconda?Questa Congregazione ha deciso di dare, per così dire, una «corsia preferenziale» a questa causa, senza metterla in lista di attesa. Ciò ha consentito un iter procedurale più spedito.Perché?La Congregazione ha tenuto conto del fatto che si trattava di una causa condivisa, che riceveva positive e continue sollecitazioni da tutto il mondo: da episcopati, da cardinali, da vescovi, da semplici fedeli. Senza contare le frequentissime segnalazioni di grazie attribuite a Giovanni Paolo II che sono continuate ad arrivarci. Detto questo però voglio ribadire che, aldilà delle «agevolazioni» nella tempistica, per quanto riguarda l’iter procedurale non c’è stato alcuno sconto. Anzi!In che senso?La grande figura di Giovanni Paolo II è stata scrutinata con grande rigore, sia per superare eventuali difficoltà e chiarire punti oscuri, sia per valutare bene il miracolo attribuito alla sua intercessione. Miracolo che è stato esaminato facendo riferimento agli specialisti del caso, sia francesi sia italiani, in modo da superare ogni perplessità e raggiungere la certezza morale del fatto.Fra le eventuali difficoltà riguardo all’esercizio delle virtù eroiche c’è stata anche la vicenda di padre Marcial Maciel, il fondatore del Legionari di Cristo?La Congregazione per la dottrina della fede ha ribadito che Giovanni Paolo II non era in nessun modo implicato nelle vicende riguardanti il lato oscuro della figura della personalità in questione.Il miracolo ha presentato delle difficoltà particolari?Nonostante una certa e forse eccessiva curiosità massmediatica, il miracolo è stato esaminato con estrema accuratezza dai medici sia in Francia che a Roma.Ma la seconda agevolazione goduta dalla causa di Giovanni Paolo II, la Congregazione la riserva anche ad altri processi?Posso dire che, anche se in gradi diversi a seconda dei casi, questa Congregazione cerca di dare priorità alle cause che vengono dai Paesi dell’est europeo che sono rimaste sotto il dominio comunista, a quelle che provengono dall’Africa, dall’Asia e dalle Americhe. Non è un caso che proprio da queste aree geografiche vengono ormai la metà dei partecipanti ai corsi per aspiranti postulatori.Per quanto riguarda poi le cause riguardanti altri Pontefici, qual è la situazione?Posso dire che questa Congregazione continua a ricevere molte e qualificate sollecitazioni in favore del venerabile Pio XII, tanto che proprio in questi giorni sto approfondendo questa causa. Del servo di Dio Giovanni Paolo I deve essere ancora compilata la positio . Per gli altri pontefici si segue l’iter adeguato che riguarda le virtù e i miracoli.La scelta di pubblicare il decreto riguardante il miracolo attribuito a Giovanni Paolo II insieme ad altri decreti riguardanti altre cause ha un particolare significato?No. Fa parte della normale amministrazione della Congregazione. Semmai il fatto che il Papa mi abbia ricevuto subito dopo la sessione ordinaria dei cardinali e dei vescovi della Congregazione che ha unanimemente approvato il miracolo e in anticipo, diciamo così, rispetto al normale ritmo delle udienze, sta a significare un ulteriore segno di attenzione da parte sua nei confronti di questa causa. E ovviamente, insieme a quello riguardante Giovanni Paolo II, abbiamo portato alla sua attenzione anche quelli riguardanti altre figure ugualmente esemplari per la Chiesa tutta. Tra le quali segnalo in particolare quelle di suor Antonia Maria Verna, fondatrice dell’Istituto della carità di Ivrea e Giuseppe Toniolo, professore universitario e attualissimo modello di cattolicesimo sociale.Che significato ha il fatto che la cerimonia di beatificazione verrà presieduta proprio il 1° maggio in San Pietro da Benedetto XVI in persona?La data non è stata decisa da questa Congregazione, ed è stata pubblicata contestualmente al decreto in via eccezionale. La scelta del 1° maggio è di facile interpretazione: in quel giorno, quest’anno, la Chiesa celebra la solennità della Divina Misericordia, introdotta proprio da Giovanni Paolo II. Immagino che il popolo polacco sarà particolarmente felice di questa scelta: sia perché fu la loro conterranea santa Faustina Kowalska la grande apostola della Divina Misericordia sia perché a maggio si celebra anche la loro festa nazionale. Che poi sia lo stesso Benedetto XVI a celebrare la cerimonia non può certo sorprendere conoscendo la grande e profonda stima e affetto reciproci che lo legava al suo predecessore.
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