venerdì 16 luglio 2021
Sono sempre di più le richieste di aiuto per la salute e i “grazie” inviati via web. o lasciati vicino al corpo. Il fascino del ragazzo innamorato dell’Eucaristia
La tomba di Carlo Acutis nel Santuario della Spogliazione ad Assisi

La tomba di Carlo Acutis nel Santuario della Spogliazione ad Assisi - Collaboratori

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«Vorrei ricevere una reliquia del dolcissimo Carlo per usarla per mia figlia Silvia per un problema di salute e per potere avere un figlio. Ha la stessa età di Carlo. Se potete dite una preghiera per lei davanti alla tomba del beato. Grazie infinite». Sono centinaia le richieste di preghiere e i messaggi di ringraziamento che hanno come “destinatario” Carlo Acutis, il ragazzo innamorato dell’Eucaristia che una leucemia fulminante ha ucciso nel 2006 quando aveva appena 15 anni.

Nato a Londra ma milanese da sempre, è beato dallo scorso 10 ottobre. E la sua tomba si trova ad Assisi, città a cui era particolarmente legato, nel Santuario della Spogliazione, il luogo in cui san Francesco venne abbracciato dal vescovo Guido dopo aver restituito le vesti al padre.

A Carlo si rivolgono sempre più persone che fanno arrivare i loro pensieri e le loro intenzioni attraverso i canali social della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e del Santuario oppure che lasciano un biglietto nel box accanto al suo corpo. «Buongiorno, stamattina ho fatto la mammografia, in attesa dell’esito vi chiedo di pregare anche per me. Un sincero abbraccio», si legge in un testo per il giovane beato. E moltissimi annotano: «Grazie Carlo Acutis».

Rispetto ad alcune voci e attese sull’apertura della tomba di Acutis, il Santuario della Spogliazione esorta alla cautela. E tiene a far sapere che «tale apertura, annunciata già lo scorso anno, è in programma e la si attuerà appena possibile, in modo che la visibilità del corpo del beato sarà resa permanente. In un primo tempo si era ipotizzato di realizzarla con il prossimo mese di agosto.

Le circostanze legate alla pandemia in Italia e nel mondo hanno suggerito tuttavia all’arcivescovo Domenico Sorrentino di aspettare un periodo più conveniente. Anche questo differimento aiuta a ricordare che, se la devozione può essere favorita dalla vista delle spoglie mortali di santi e beati, come nella più antica tradizione della Chiesa, non è tuttavia legata a questi aspetti sensibili. E in ogni caso la missione di santi e beati - nel nostro caso di san Francesco e del beato Carlo - non è quella di additare se stessi, ma di orientare a Gesù».

Quindi l’invito ai «fedeli che giungeranno alla tomba del beato in questo periodo ad attenersi rigorosamente a tutte le norme di sicurezza e ad intensificare la preghiera anche per i tanti che nel mondo ancora stanno vivendo situazioni difficili».
La scelta di seppellire Acutis nella chiesa di Santa Maria Maggiore-Santuario della Spogliazione è legata al suo rapporto con la patria del Poverello. Sia nel Santuario, sia in altre chiese di Assisi, aveva partecipato più volte alla Messa che era per lui un appuntamento quotidiano.

Del resto aveva trascorso lunghi periodi in città dove aveva respirato la spiritualità di san Francesco. Ed è proprio ad Assisi che Carlo è stato proclamato beato durante una celebrazione presieduta dal cardinale Agostino Vallini, legato pontificio per le Basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli. Nei 19 giorni a cavallo della beatificazione, durante i quali era stata aperta la tomba di Acutis, erano state più di 41mila le persone si erano fermate in preghiera davanti alle spoglie dell’adolescente, con una media giornaliera di 2.179 presenze. A regolare gli accessi il lavoro di forze dell’ordine e dei volontari con tutti i fedeli controllati attraverso i termoscanner.

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