«La regalità di Gesù nel momento della crocifissione»

 
November 20, 2010
Cari fratelli e sorelle!
Si è appena conclusa, nella Basilica Vaticana, la
Liturgia
di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, concelebrata anche dai
24 nuovi Cardinali
, creati nel
Concistoro di ieri
La solennità di Cristo Re venne istituita dal Papa Pio XI nel 1925 e, in seguito, dopo il Concilio Vaticano II, venne collocata a conclusione dell’anno liturgico. Il Vangelo di san Luca presenta, come in un grande quadro, la regalità di Gesù nel momento della crocifissione. I capi del popolo e i soldati deridono “il primogenito di tutta la creazione” (
Col
1,15) e lo mettono alla prova per vedere se Egli ha il potere di salvare se stesso dalla morte (cfr
Lc
23,35-37). Eppure, proprio “sulla croce Gesù è all’«altezza» di Dio, che è Amore. Lì si può «conoscerlo». […] Gesù ci dà la «vita» perché ci dà Dio. Ce lo può dare perché è Egli stesso una cosa sola con Dio” (Benedetto XVI,
Gesù di Nazaret
, Milano 2007, 399.404). Infatti, mentre il Signore sembra confondersi tra due malfattori, uno di essi, consapevole dei propri peccati, si apre alla verità, giunge alla fede e prega “il re dei Giudei”: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno” (
Lc
23,42). Da Colui che “è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono” (
Col
1,17) il cosiddetto “buon ladrone” riceve immediatamente il perdono e la gioia di entrare nel Regno dei Cieli. “In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso” (
Lc
23,43). Con queste parole, Gesù, dal
trono
della croce, accoglie ogni uomo con infinita misericordia. Sant’Ambrogio commenta che questo “è un bell’esempio della conversione a cui bisogna aspirare: ben presto al ladrone viene concesso il perdono, e la grazia è più abbondante della richiesta; il Signore, infatti – dice Ambrogio – accorda sempre di più di quello che si chiede […] La vita è stare con Cristo, perché dove c’è Cristo là c’è il Regno” (
Expositio Ev. sec. Lucam
X, 121:
CCL
14, 379).Cari amici, la via dell’amore, che il Signore ci rivela e che ci invita a percorrere, la possiamo contemplare anche nell’arte cristiana. Infatti, anticamente, “nella conformazione degli edifici sacri […] diventò abituale rappresentare sul lato orientale il Signore che ritorna come re - l’immagine della speranza - [e …] sul lato occidentale […] il Giudizio finale come immagine della responsabilità per la nostra vita” (Enc.
Spe salvi, 41
: speranza nell’amore infinito di Dio e impegno di ordinare la nostra vita secondo l’amore di Dio. Quando contempliamo le raffigurazioni di Gesù ispirate al Nuovo Testamento – come insegna un antico Concilio – siamo condotti a “comprendere […] la sublimità dell’umiliazione del Verbo di Dio e […] a ricordare la sua vita nella carne, la sua passione e morte salvifica, e la redenzione che di lì è derivata al mondo” (Concilio in Trullo [anno 691 o 692], can. 82). “Sì, ne abbiamo bisogno, proprio per […] diventare capaci di riconoscere nel cuore trafitto del Crocifisso il mistero di Dio” (J. Ratzinger,
Teologia della liturgia. La fondazione sacramentale dell’esistenza cristiana
, LEV 2010, 69).Alla Vergine Maria, nell’odierna ricorrenza della sua Presentazione al Tempio, affidiamo i neo-Porporati del Collegio Cardinalizio e il nostro pellegrinaggio terreno verso l’eternità.Oggi, in Italia, su invito dei Vescovi, le comunità ecclesiali pregano per i cristiani che soffrono persecuzioni e discriminazioni, specialmente in Iraq. Mi unisco a questa corale invocazione al Dio della vita e della pace, affinché in ogni parte del mondo sia assicurata a tutti la libertà religiosa. Sono vicino a questi fratelli e sorelle per l’alta testimonianza di fede che rendono a Dio.Nell’odierna memoria della Presentazione al Tempio della Beata Vergine Maria, la Chiesa si stringe con particolare affetto alle monache e ai monaci di clausura: è la “Giornata
pro Orantibus
”, che rinnova anche l’invito a sostenere concretamente queste comunità. Ad esse imparto di cuore la mia benedizione.Oggi ricorre anche la “Giornata delle vittime della strada”. Mentre assicuro il mio ricordo nella preghiera, incoraggio a proseguire nell’impegno della prevenzione, che sta dando buoni risultati, ricordando sempre che la prudenza e il rispetto delle norme sono la prima forma di tutela di sé e degli altri.

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