La Madonna a Pompei, una devozione lunga 150 anni

Era il novembre 1875 quando arrivò il quadro Vergine del Rosario. La celebrazione dell’anniversario con la Messa presieduta dal cardinale Parolin
November 13, 2025
La Madonna a Pompei, una devozione lunga 150 anni
Il cardinale Parolin e l'arcivescovo Caputo in preghiera davanti al quadro della Vergine del Rosario / Archivio fotografico Santuario di Pompei
«Fa’ che Pompei, nel suo centocinquantesimo anniversario, continui a essere santuario di luce, scuola di preghiera, officina di carità. Fa’ che ogni pellegrino che varca la soglia di questa casa possa sentire che Dio è vicino, che la misericordia è più forte del peccato, che la speranza non delude». È in questa preghiera pronunciata dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano e legato pontificio, il senso più profondo della speciale giornata di celebrazioni che oggi, giovedì 13 novembre, nel santuario di Pompei, ha ricordato appunto il 150° anniversario dell’arrivo su un carro contadino del quadro della Vergine del Rosario (13 novembre 1875). Fin dalle prime luci dell’alba fedeli e pellegrini giunti da tutta Italia e anche dall’estero si sono messi in fila per venerare il quadro che, unicamente in questo giorno, viene fatto scendere dal trono e avvicinato allo sguardo dei fedeli. Il porporato, dopo aver venerato le spoglie mortali di san Bartolo Longo, il fondatore di Pompei canonizzato lo scorso 19 ottobre, ha presieduto la celebrazione eucaristica e guidato la recita della Supplica, la famosa preghiera composta dallo stesso Longo nel 1883. Nell’omelia Parolin ha richiamato tutti a non cedere alla frenesia dei tempi attuali e a non distrarre il cuore da quel che davvero conta e dà significato all’esistenza: «Venendo qui oggi, nel luogo che l’avvocato Bartolo Longo volle consacrare alla Madonna del Rosario come casa di preghiera e di speranza per tanti, ci sentiamo avvolti da quella stessa tenerezza che Maria offrì alla casa di Elisabetta: una presenza silenziosa, premurosa, colma di fede e di amore. Le nostre giornate, lo sappiamo, scorrono spesso nella fretta. Tutto si misura in termini di rendimento, di efficienza, di utilità. E non possiamo negare che, almeno in parte, ciò possa produrre anche del bene: viviamo in un mondo interconnesso, capace di comunicare in un istante da un continente all’altro, di compiere grandi progressi scientifici e tecnici. Eppure, l’altra faccia di questa frenesia è la distrazione del cuore». Sia d’esempio «san Bartolo Longo che attraversò una profonda crisi interiore. Era un uomo in ricerca, come tanti del suo tempo e anche del nostro. […] Nel suo cuore, inquieto e assetato di assoluto, si accese però una scintilla nuova quando incontrò Maria, la Madre che lo accolse e lo guidò con la sua tenerezza silenziosa. In lei, Bartolo scoprì la via sicura verso Dio, la pace che il mondo non poteva offrirgli. Fu allora che comprese che non poteva tenere per sé quella gioia ritrovata. Come Maria, che “si mise in fretta in cammino” per portare a Elisabetta la lieta notizia dell’annuncio dell’angelo, anche Bartolo sentì l’urgenza di “correre” verso gli altri, per annunciare che il Signore è vicino, che ama ogni uomo e che nulla è perduto». Ad accogliere il cardinale, l’arcivescovo-prelato di Pompei, Tommaso Caputo, che nel saluto introduttivo ha ricordato l’esortazione di papa Leone XIV a continuare a «promuovere nella Chiesa la preghiera del Rosario, sviluppandone “l’anima cristologica e contemplativa, secondo l’impulso offerto dal recente santo Bartolo Longo”». «Assicuri il Santo Padre – ha proseguito il presule – che le sue parole saranno la nostra guida: questo tempio della fede e il tempio della carità che lo circonda intendono essere ben radicati nella mirabile preghiera mariana, alla scuola di san Giovanni Paolo II nella lettera apostolica "Rosarium Virginis Mariae" firmata proprio davanti alla venerata immagine della Regina del Rosario di Pompei il 16 ottobre 2002». Hanno concelebrato l’arcivescovo Luigi Travaglino, nunzio apostolico emerito; Pasquale Cascio, arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia; Pietro Lagnese, vescovo di Caserta e arcivescovo di Capua; Gennaro Pascarella, vescovo emerito di Pozzuoli e di Ischia; e dom Michele Petruzzelli, abate di Cava de’ Tirreni. Nel pomeriggio il cardinale Parolin ha visitato le opere sociali del santuario, incontrando i responsabili e i minori ospitati

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