Cos'è il Borgo Laudato Si' inaugurato da Leone XIV
Cinquantacinque ettari delle antiche Ville Pontificie trasformate in un esempio di economia circolare: prende forma a Castel Gandolfo un progetto voluto da Francesco dopo la sua enciclica

Un Borgo Laudato Si’ sognato da papa Francesco per la residenza pontificia di Castel Gandolfo, con il quale dare un segno concreto dell’applicabilità dei principi illustrati nella sua enciclica, è oggi una realtà che ha trasformato 55 ettari delle antiche Ville Pontificie in un esempio concreto di economia circolare. Ed è questo oggi il Borgo, fatto di terreni agricoli, giardini, fattorie, serre ed edifici di servizio, scuole di alta formazione che viene a inaugurare il suo Successore, Leone XIV chiedendo l’impegno a proteggere e sviluppare l’investimento sull’educazione e l’impegno a promuovere la cultura della cura. Direttrici su cui si è sviluppato il progetto di educazione all’ecologia integrale, economia circolare e generativa, sostenibilità ambientale. Direttrici che sono in sostanza sintesi di un’enciclica, la Laudato Sì, che è un profondo inno alla vita, una summa ecologica, una magna carta del creato, nata per essere appello realista rivolto a tutti all’urgente salvaguardia della «nostra casa comune». Profetica e attenta consapevolezza di un Papa che ha accettato il consenso degli scienziati sui cambiamenti climatici, dichiarando la necessità di un’alleanza tra scienze e religioni per la cura dell’ambiente in cui siamo chiamati a vivere. Ma anche una critica serrata e aperta al modello di gestione del mondo imposto dalla globalizzazione neo-mercatista, di un’economia che non rispetta l’uomo, alla sottomissione della politica al potere tecnocratico e finanziario, modello che induce a considerare la madre terra come fosse una merce che può essere sfruttata, degradata e saccheggiata senza scrupoli e senza responsabilità per accumulare denaro e al tempo stesso è magna carta di un programma educativo rivolto ad ogni persona che abita la comune terra destinato a scavare nel tempo per la costruzione di una nuova umanità.
Nel secondo capitolo della Laudato Si’, Francesco invita a considerare l'insegnamento biblico sulla creazione e ricorda che «la scienza e la religione, che forniscono approcci diversi alla realtà, possono entrare in un dialogo intenso e produttivo per entrambe» e che per risolvere i problemi è «necessario ricorrere anche alle diverse ricchezze culturali dei popoli, alla vita interiore e alla spiritualità». La Bibbia «insegna che ogni essere umano è creato per amore, fatto ad immagine e somiglianza di Dio». «Noi non siamo Dio. La terra ci precede e ci è stata data». Siamo chiamati «a riconoscere che ogni «creatura è oggetto della tenerezza del Padre, che le assegna un posto nel mondo». L’azione della Chiesa non solo quindi cerca di ricordare il dovere di prendersi cura della natura, ma al tempo stesso «deve proteggere soprattutto l’uomo contro la distruzione di sé stesso». Francesco aveva ribadito l’importanza di un approccio integrale «per combattere la povertà» e al contempo «prendersi cura della natura» perché «l'analisi dei problemi ambientali è inseparabile dall’analisi dei contesti umani, familiari, lavorativi, urbani, e dalla relazione di ciascuna persona con sé stessa». Il riferimento qui è anche all’enciclica Fratelli tutti, come ha fatto notare Leone XIV nell’omelia che ha tenuto lo scorso luglio nel Borgo.
Il modello sperimentato a Castel Gandolfo rappresenta una risposta concreta alle sfide ambientali e sociali attuali attraverso l’integrazione di tecnologie innovative, pratiche agricole sostenibili e formazione specializzata dimostra che un altro modello di sviluppo è possibile. L’iniziativa non si limita infatti a teorizzare principi ecologici, ma li traduce in azioni quotidiane che coinvolgono persone di ogni età e provenienza. La combinazione di ricerca scientifica, impegno sociale e innovazione tecnologica crea un ecosistema virtuoso dove l’economia circolare diventa strumento di crescita umana e rispetto ambientale. Il Borgo Laudato Si’ è la dimostrazione tangibile che l’enciclica di papa Francesco può tradursi in realtà concrete capaci di trasformare il rapporto dell’uomo con l’ambiente e la società.
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