«Ciao Carlo, amico mio e di Dio...»: diecimila pellegrini nella parrocchia di Acutis
Santa Maria Segreta, a Milano, al centro di una devozione globale, in continua espansione. Domenica folla alla dedicazione dell’oratorio al millennial cresciuto in questa parrocchia. Possibili pellegrinaggi guidati di gruppi guidati dal parroco (prenotandosi)

«Ciao Carlo, amico mio e amico di Dio. Sono qui insieme con te perché tu mi possa insegnare quanto è bello pregare davanti all’Eucaristia. Aiutami a fare tante cose belle qui sulla terra, ma insegnami anche a tenere lo sguardo fisso in cielo...». I chierichetti passano a Messa ormai conclusa per distribuire tra le centinaia di persone che gremiscono la chiesa l’immaginetta con la foto di un ragazzo già caro a milioni di persone nel mondo, piccolo oggetto destinato a restare nel portafoglio di tanti, come il segno nel tempo di una compagnia quotidiana, e insieme il ricordo di una giornata memorabile.

La Messa, domenica, era quella nel giorno in cui la Chiesa ricorda san Carlo Acutis – la prima festa da santo –, nella parrocchia di Santa Maria Segreta che l’ha visto crescere. Comprensibili la folla, la commozione, la gioia, e la gratitudine che accoglie quel piccolo cartoncino: tutto è partito da qui, davanti al tabernacolo di cui parla l’originale preghiera composta dal parroco don Maurizio Corbetta.

In questa chiesa Carlo passava ogni giorno per un saluto, una preghiera in confidenza davanti all’Eucaristia, la Messa, qui di sicuro pregava davanti all’immagine di Maria che accoglie, materna, i visitatori dall’altare maggiore. Come fosse seduto ai suoi piedi, domenica Carlo stava tra Maria e il tabernacolo, nel quadro riprodotto dall’immaginetta che abitualmente sta in una cappella a sinistra.
Nel giorno della sua festa – posposta ieri sera in Duomo per il coincidere con la domenica – il quindicenne classe 1991 diventato santo si è visto dedicare l’oratorio della parrocchia per la quale aveva anche fatto il catechista. Un regalo che arriva dopo analoghe cerimonie in altri oratori della diocesi e di tutta Italia. Ora ad annunciare il nuovo nome dell’oratorio c’è una targa prima di scendere le scale che portano nei locali oratoriani sorprendentemente vasti del seminterrato.

Siamo in centro, e altro spazio non c’è: ma anche questa “scoperta” ha un suo significato. «Quando don Maurizio mi ha chiamato per celebrare con voi la Messa di oggi mi è sembrata una cosa bellissima e “normale”: è qui, in questa comunità, nel quartiere, nelle scuole frequentate qui vicino, che lui ha lasciato il segno più profondo». L’omelia di don Stefano Guidi, direttore della Fondazione Oratori Milanesi, mostra a bambini e ragazzi, genitori e nonni che assiepano l’accogliente chiesa su piazza Tommaseo il privilegio di essere al centro di un’amicizia globale per il millennial che con una testimonianza di fede semplice si è conquistato un affetto globale.

Tre le parole consegnate dal responsabile dei quasi mille oratori ambrosiani: ascolto, decisione, missione. Anzitutto l’ascolto che Carlo, come Maria nell’Annunciazione ritratta sulle volte della chiesa, veniva a cercare sotto la volta della chiesa dove la Madonna è ritratta con l’angelo nella scena dell’Annunciazione, pronta alla decisione del suo “eccomi”, passo decisivo per scoprirsi capaci di portare gioia e comprensione a tutti, in una missione che può aprire il cuore e lo sguardo sin da giovani. Uno scenario in cui il tema dell’anno oratoriano nella Chiesa milanese – “Fatti avanti” – si pone come acceleratore di impegno.

«Sono già passati diecimila pellegrini da tutto il mondo – spiega il parroco –, vengono per capire il “segreto” di Carlo». Cioè quello che don Maurizio spiega ai gruppi che – «prenotandosi», precisa – vengono in questa chiesa. Tre le tappe di un “Itinerario di preghiera con san Carlo Acutis”, con le sue parole: “Tutti nascono originali, ma molti muoiono fotocopie”, davanti alla pala di Pietro Befulco con l’Incoronazione della Vergine”, un capolavoro; “l’Eucaristia è la mia autostrada per il cielo”, al centro il tabernacolo; “Non io ma Dio”, al cospetto dell’altare dove Carlo ci sta aspettando. (Per prenotare la visita di piccoli gruppi: segreteria@santamariasegreta.it).
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