Camerino: il sisma, il silenzio e ora la rinascita
di Fulvio Fulvi
Riaperti dopo i restauri il palazzo arcivescovile e l’annesso museo diocesano “Giacomo Boccanera”

Dopo nove anni di chiusura sono stati riaperti stamattina a Camerino, in provincia di Macerata, il palazzo arcivescovile e l’annesso museo diocesano “Giacomo Boccanera”. Le tremende scosse di terremoto che si susseguirono dal 24 agosto al 30 ottobre del 2016 nel Centro Italia distrussero o danneggiarono gravemente, solo nel nucleo storico della città marchigiana, circa quattrocento edifici privati e pubblici, tra cui il complesso architettonico della Curia che risale al XVI-XIX secolo. L’intera area intorno alla centrale piazza Cavour diventò “zona rossa” e la popolazione residente fu evacuata. Ora, finalmente, il cuore di Camerino torna a pulsare.
«Si tratta di un evento importante per la storia della nostra comunità diocesana e civile – ha sottolineato l’arcivescovo di Camerino-San Severino Marche e vescovo di Fabriano-Matelica, Francesco Massara – perché dopo un lungo periodo di grande sofferenza e privazione, ma anche di impegno istituzionale e di importanti investimenti statali, i due edifici vengono restituiti alla fruizione culturale, spirituale e sociale di pubblico e fedeli e sono i primi ad essere riaperti nel centro storico della città: è un segno di rinascita che va oltre le pietre restaurate». Nel dicembre del 2022 venne riattivato a seguito di lavori di ristrutturazione, su iniziativa dell’arcivescovo, anche il Residence Next Generation, ex collegio universitario “Bongiovanni” che fu danneggiato dal sisma: comprende 127 posti letto per gli studenti del locale ateneo.

Il “Museo Boccanera” è stato completamente rinnovato negli spazi e negli allestimenti ed è «pronto a riconsegnare alla nostra contemplazione opere d’arte di pregevole valore storico, culturale, e soprattutto affettivo e di memoria», ha precisato Massara. Vi si possono ammirare 120 opere dal Duecento al Settecento, sculture, stendardi, dipinti, tra cui un Tiepolo (“L’apparizione della Madonna con Bambino a San Filippo Neri”), “L’annunciazione” di Luca Signorelli e tre capolavori di Valentin de Boulogne scampati alla distruzione in quanto, durante il terremoto, si trovavano al Metropolitan Museum di New York per una mostra. Una sala del museo è dedicata a Santa Maria in Via, con l’icona duecentesca venerata dai camerinesi.
I lavori di ristrutturazione, consolidamento, conservativi e di restauro, nonché l’adeguamento antisismico del palazzo arcivescovile e del museo, durati quarantotto mesi, sono costati in totale 22 milioni di euro, finanziati dall’Ufficio Ricostruzione Sisma e hanno riguardato anche interventi a pavimentazioni, finiture, intonaci e agli antichi fregi sulle pareti. Nei locali a pianoterra dell’edificio, sotto il loggiato, dove un tempo era collocata la libreria Sisto V, è ospitata una banca mentre nelle altre stanze sono tornati gli uffici e le sedi dei media diocesani, il settimanale L’Appennino Camerte e Radio C1-InBlu. La curia rimarrà invece nella sede provvisoria del complesso dell’ex Istituto professionale di via Macario Muzio dove, per il momento, continuerà ad avere la sua residenza anche l’arcivescovo Massara che ha ribadito: «Tornerò ad abitare in Episcopio soltanto quando l’ultimo dei terremotati di Camerino avrà preso possesso della sua casa». Nel 2016 furono sfollati 5mila camerinesi (il 70% della popolazione residente), a tutt’oggi più di mille vivono ancora in alloggi provvisori.
Dopo l’inaugurazione e la visita alle due strutture, per concludere la giornata di festa, alle ore 18, nella Basilica di San Venanzio, l’orchestra di fiati “Insieme per gli altri” propone un concerto di solidarietà il cui ricavato sarà interamente devoluto ai progetti della Caritas diocesana.

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