C’è una “porta santa” aperta anche nel cuore dei ragazzi

Con il Giubileo del Mondo educativo la Chiesa vuole offrire un’occasione a tutti gli educatori per verificare il loro dialogo con studenti, figli, adolescenti, giovani
October 28, 2025
C’è una “porta santa” aperta anche nel cuore dei ragazzi
/ SICILIANI
Nel suo attraversare gli ambiti vitali dell’esperienza umana, il Giubileo incontra il mondo dell’educazione. In questi giorni migliaia di studenti e insegnanti confluiscono a Roma compiendo un gesto di fede denso di significati che vanno al di là della sfera strettamente religiosa.
La questione educativa è al cuore del futuro di un Paese, e l’appuntamento romano può rappresentare un’opportunità straordinaria per riflettere sul senso profondo della scuola e dell’università, non di rado schiacciate sulle emergenze quotidiane e poste di fronte al bivio tra la tentazione di rifugiarsi in procedure rassicuranti e la scelta decisiva a favore di relazioni significative fra maestri e alunni.
I giovani del nostro tempo, come quelli di ogni epoca – ricorda Leone XIV – «sono un vulcano di vita, di energie, di sentimenti, di idee. Lo si vede dalle cose meravigliose che sanno fare, in tanti campi. Hanno però anche loro bisogno di aiuto, per far crescere in armonia tanta ricchezza e per superare ciò che, pur in modo diverso rispetto al passato, ne può ancora impedire il sano sviluppo». Una responsabilità di cui non sempre il mondo adulto appare all’altezza.
Ernesto Diaco, direttore dell'Ufficio Cei per l'Educazione, la Scuola e l'Università
Ernesto Diaco, direttore dell'Ufficio Cei per l'Educazione, la Scuola e l'Università
La Porta Santa è un simbolo potente nella tradizione giubilare: un varco che esprime l’idea di conversione, rinnovamento, ingresso in un tempo nuovo. Anche l’educazione è una porta, che conduce l’insegnante ad affacciarsi sulle menti e i cuori dei ragazzi come se attraversasse una soglia sacra. È offrire ai giovani le chiavi di stanze ancora inesplorate, affinché scoprano di essere più grandi delle paure che li frenano. E quando un ragazzo capisce che la porta non è più chiusa – che dentro di lui c’è già una strada – allora l’educazione ha raggiunto la sua meta: rendere possibile il futuro, facendo della vocazione un cammino e della speranza un orizzonte abitato.
In questo contesto, il passaggio della Porta Santa non è solo un rituale simbolico, ma un invito a rigenerare insieme l’educazione: a uscire dalla routine, a riaprire gli orizzonti, a fare di scuole e università delle “case della speranza”, luoghi di incontro, comunità di pensiero e di vita.
La scelta di Leone XIV di proclamare san John Henry Newman dottore della Chiesa proprio durante il Giubileo del mondo educativo, sabato 1° novembre, è un ulteriore segno forte. Come Agostino d’Ippona prima di lui, anche Newman invitava ad ascoltare nella coscienza la lezione più importante, quella impartita dal Maestro interiore. Un’altra porta che si apre gettando nuova luce a chi si interroga sul senso e sulla bellezza delle vita.

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