Pensioni, imprese, condono: come è ri-cambiata la manovra
di Matteo Marcelli, Roma
Il ministro Giorgetti messo sotto pressione dal suo stesso partito ironizza sulle dimissioni: ci penso tutti i giorni. Ma l'opposizione attacca: è stato commissariato, legge di bilancio horror. Ecco cosa è cambiato alla fine (e cosa no)

Dopo il primo maxi- emendamento del Governo, deflagrato tra le mani della maggioranza, arriva la “versione due”, frutto di un’altra notte travagliata, iniziata con il vertice convocato venerdì da Giorgia Meloni dopo il ricevimento al Quirinale per lo scambio di auguri. Il nuovo testo, approvato ieri sera poco prima della chiusura dei lavori della commissione Bilancio di Palazzo Madama, è arrivato in mattinata, protagonista in una seduta piuttosto sofferta alla quale ha partecipato anche il titolare del Mef, Giancarlo Giorgetti. In sostanza, è passata la linea leghista: spariscono gli interventi sulle finestre mobili e sul riscatto della laurea, ma salta anche la possibilità di anticipare l’uscita dal lavoro cumulando gli importi versati a più fondi di previdenza complementare, norma introdotta dalla Lega con la scorsa legge di Bilancio. Restano le risorse per le imprese, in parte le stesse che avevano entusiasmato Confindustria con la prima stesura. Anche perché l’ipotesi di un decreto successivo sul tema, pure circolata, pare non abbia trovato il gradimento del Colle.
Questo il quadro ricomposto in extremis da Giorgetti, che ha anche cercato di minimizzare sugli screzi in maggioranza scherzando sulle sue dimissioni: «Ci penso tutte le mattine, personalmente sarebbe la cosa più bella da fare – ha risposto ai cronisti -. Ma siccome è la 29esima legge di Bilancio che faccio, so perfettamente come funziona e che sono cose naturali». La palla passa ora all’aula del Senato, dove il ddl Bilancio approderà lunedì con voto finale previsto il giorno successivo.
Pensioni
A dire il vero Giorgetti si è irritato non poco dopo le uscite del suo partito sulle pensioni, ma non ha potuto fare altro che prendere atto della volontà della premier di venirne a capo il prima possibile e si è gettato a capofitto nel nuovo emendamento (peraltro saltando anche la cerimonia al Quirinale). Per di più si è trovato anche a dover giustificare l’inversione a “U” sul cumulo dei fondi previdenziali, che in un certo senso sconfessa il suo stesso lavoro precedente: «Pare non interessasse a nessuno – ha detto per giustificare la soppressione –. A me dispiace ma non è stata ritenuta strategica». La storia però non finisce qua e il senatore Claudio Borghi si è detto convinto che la norma verrà recuperata più avanti.
Come detto, le altre misure sulle pensioni, quelle che hanno fatto saltare il banco (riscatto della laurea e finestre mobili), spariscono dai radar. Ma resiste l’intervento sull'adesione automatica alla previdenza complementare (da luglio) per i neo assunti (silenzio-assenso sulla destinazione del Tfr). E c’è anche l’aumento dei tagli all'anticipo pensionistico per i lavoratori precoci, quelli che hanno raggiunto almeno 12 mesi di contributi prima del compimento dei 19 anni. La sforbiciata ammonta a 20 milioni dal 2027, a 60 dal 2028 e a 90 dal 2029 al 2032, mentre per il 2033 e il 2034 il calo sarà rispettivamente di 140 e 190 milioni. Si estende la platea delle aziende che dovranno conferire il Tfr al fondo Inps. Nel biennio 2026-27 dovranno farlo quelle che hanno raggiunto i 60 dipendenti, poi toccherà a quelle con 50 e dal 2032 alle più piccole, con 40 dipendenti.
Imprese
Nonostante le difficoltà, il capitolo imprese resta abbastanza nutrito. Arriva l’estensione dell’iperammortamento fino al 2028 e sono confermati 1,3 miliardi di euro destinati a “Transizione 4.0”, i cui fondi sono andati esauriti. Risorse aggiuntive, fino a 532,64 milioni, anche per le aziende che hanno fatto domanda per il credito d'imposta per la Zes unica e contestualmente vengono alzate le soglie per le aliquote detraibili. Parte delle coperture per queste misure arriverà da una modifica del contributo a carico delle assicurazioni: si prevede un versamento a titolo di acconto entro ogni novembre pari all'85% del dovuto per l'anno precedente. Vengono poi estesi ai contratti rinnovati nel 2024 i benefici della tassazione agevolata al 5% sugli incrementi retributivi corrisposti dal primo gennaio 2026, con platea di beneficiari ampliata ai redditi fino a 33mila euro. Mentre dal 2028 sarà introdotta una ritenuta d'acconto sui pagamenti fra imprese con un'aliquota ridotta dello 0,5% che salirà all'1% dal 2029.
Condono
Niente da fare per il nuovo condono edilizio. L’emendamento del senatore FdI Lucio Malan, rispuntato ieri, alla fine è stato trasformato in un ordine del giorno. Sul piano politico si tratta di un passaggio rilevante, tanto che le opposizioni hanno rivendicato come una vittoria il disco rosso: «È stato di fatto ritirato – hanno sottolineato i capigruppo della minoranza in commissione –, un odg non si nega a nessuno, ma come si sa non ha valore vincolante».
Ponte
Come già anticipato, vengono rifinanziati gli stanziamenti relativi al Ponte sullo Stretto di Messina, ovvero slittano agli anni 2032 e 2033 780 dei milioni previsti a seguito «del non perfezionamento» degli impegni relativi alle somme stanziate per il 2025. Previsioni oggetto dei rilievi della Corte dei Conti.
Il dibattito politico
La giornata ha visto i leghisti impegnati a ricucire lo strappo con Giorgetti, almeno ufficialmente. Il contributo maggiore è arrivato dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon. Con il ministro, ha assicurato, «c'è piena sintonia» e la volontà della Lega di «rafforzare la previdenza complementare» è condivisa. Però, «è inaccettabile pensare di alzare l'età pensionabile».
Sul “cortocircuito pensioni” si sono concentrate le critiche delle opposizioni con il dem Francesco Boccia in prima fila: «È la peggiore legge di Bilancio dalla fine degli anni Novanta, per qualità delle scelte, per metodo e per rispetto delle istituzioni, nata fragile e senza visione». Per Chiara Appendino del M5s «è un film horror». Mentre Angelo Bonelli (Avs) e Luigi Marattin (Ld) hanno preferito puntare ancora sul bersaglio “facile”: «Giorgetti è stato commissariato da Borghi, ministro dell'Economia ombra».
© RIPRODUZIONE RISERVATA






