lunedì 16 novembre 2020
Una delle figure sacerdotali più carismatiche della Romagna. Chi era lo storico parroco di Riccione piegato dal Covid
Riccione: don Giorgio l'allievo di don Benzi che diceva Messa al Palasport
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È ritornato al Padre lo stesso giorno in cui era scomparsa anche sua madre. Per 47 anni parroco agli Angeli Custodi di Riccione (una delle parrocchie più grandi della Diocesi di Rimini) e personaggio pubblico, don Giorgio Dell’Ospedale, 78 anni, è stato il primo sacerdote della chiesa riminese a morire a causa del Covid-19.
Risultato positivo al virus, dopo i primi accertamenti il sacerdote il 2 ottobre era stato trasferito nel reparto di Terapia intensiva dell’Infermi di Rimini. I primi giorni la situazione non sembrava destare preoccupazione: dal letto d’ospedale rispondeva al telefono e ai messaggi ricevuti. Sembrava prevalere quella forza che emergeva puntualmente quando alla domanda “don come stai?”, lui con entusiasmo e brio rispondeva: “ottimamente”. Sempre positivo, anche se il suo precedente problema polmonare, suggeriva cautela. All’infezione e alla polmonite virale si è aggiunta quella batterica e infine l’insufficienza renale. Vano il ricorso alla dialisi. La sua scomparsa, il 31 ottobre, ha profondamente colpito la Diocesi e la comunità riccionese.
Nato a Montecolombo il 15 maggio 1942, era stato ordinato il 29 giugno 1967, per imposizione delle mani dell’allora vescovo Emilio Biancheri. La sua prima guida spirituale fu don Oreste Benzi. Ha portato avanti il ministero con grande fede e determinazione. Hanno fatto storia le sue omelie che a volte trattavano di temi politici, suscitando accesi dibattiti, che rimbalzavano anche sui mass media.

Figura carismatica, don Giorgio aggregava tanto i ragazzi quanto gli adulti e gli anziani, singoli e intere famiglie. Si è speso in una miriade di coinvolgenti attività, capaci di attrarre anche grandi numeri di persone. Le sue Messe della notte di Natale, celebrate al Palazzetto dello sport, contavano fino a 3mila partecipanti. Nel 2011 ha consegnato 20mila perline per far confezionare la corona del rosario ai bambini. Tale era la sua popolarità che negli anni Novanta in un sondaggio svolto dall’associazione Amici di Riccione era finito nella terna delle persone più idonee a candidarsi a sindaco.

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