domenica 14 luglio 2019
Il direttore della “Civiltà Cattolica” a colloquio con il direttore di “Avvenire” Tarquinio sul futuro del cattolicesimo nel Paese asiatico L’incontro di Cortina con Tarquinio e padre Spadaro
Padre Spadaro e Marco Tarquinio alla Festa della Comunicazione di Cortina (Foto Boato)

Padre Spadaro e Marco Tarquinio alla Festa della Comunicazione di Cortina (Foto Boato)

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Quanti sono, e chi sono, i cristiani in Cina? Padre Antonio Spadaro ha innanzitutto avvisato che di fronte agli abitanti di quello che è stato il Celeste Impero non funzionano i parametri quantitativi e le categorie dell’Occidente. Le statistiche ufficiali contano un numero esiguo di battezzati, a una cifra percentuale; ma se per cristiano si intende chi si lascia attrarre dal Vangelo, allora, «circa il 10% dei cinesi è cristiano».

Padre Spadaro ha presentato venerdì scorso il suo libro La Chiesa in Cina a Cortina. Invitato da Avvenire e dal settimanale diocesano di Belluno-Feltre L’Amico del Popolo per l’edizione 2019 della Festa della comunicazione in montagna, il direttore de La Civiltà Cattolicaè stato intervistato dal direttore del quotidiano dei cattolici italiani, Marco Tarquinio, in un incontro organizzato nell’evento introduttivo della rassegna culturale “Una montagna di libri”, diretta da Francesco Chiamulera.

Nella sala cultura “Don Pietro Alverà”, di fronte a un centinaio di persone, in prima fila il vescovo di Belluno- Feltre Renato Marangoni, il popolo cinese è stato presentato da padre Spadaro come un popolo «interessato al Vangelo»: nel Regno di mezzo pullulano le piccole comunità, tante volte domestiche, dove la Bibbia è letta in famiglia, spesso senza alcuna mediazione ecclesiale: qualcosa di molto simile all’ideale dell’attrazione che è il segreto della missione. Conti alla mano, in Cina oggi i cristiani sono quindi centinaia di milioni, quanti non se ne contano nemmeno nella più grande nazione europea.

Per padre Spadaro, è difficile applicare nella pratica delle comunità cattoliche la distinzione tra Chiesa patriottica e clandestina. Con lo stesso entusiasmo con cui un cristiano attento alla liturgia di ritorno dalla Settimana Santa in un monastero potrebbe descrivere la sua esperienza, padre Spadaro ha raccontato la sua partecipazione al Corpus Domini nella Cattedrale di Shangai: Chiesa ufficiale sì, ma tanta gente festosa, canti partecipati, adorazione fervente. La distinzione tra ufficiale e clandestina, come le altre divisioni confessionali, «non ha alcun senso per i giovani cinesi e danneggia l’evangelizzazione».

In Vaticano non hanno mai usato per la situazione cinese parole come “scisma”: si parla di una sola Chiesa, divisa in due comunità. Un’opera di riavvicinamento avviata a suo tempo da Benedetto XVI con una Lettera ai cattolici cinesi (dicembre 2006). E papa Francesco, che ha portato a compimento l’accordo, ancora in fase di rodaggio, tra la Repubblica popolare e la Santa Sede è ora nel cuore di ogni cattolico cinese. «Nella homepage del sito della Chiesa ufficiale campeggia la sua foto», continua padre Spadaro. Non solo una questione di immagine: il linguaggio di Francesco, fin da subito impostato sulla misericordia, è risultato armonico con la cultura cinese.

Spadaro racconta la storia cristiana della Cina, che risale al primo millennio, e si compiace di far rivivere davanti al pubblico ampezzano l’opera di padre Ricci e di altri gesuiti. Tarquinio incalza e ricorda la crescita esponenziale del Pil cinese e la sproporzione demografica: per ogni giovane italiano ci sono 23 giovani cinesi. «Una crescita – risponde padre Spadaro – che è tanto economica quanto spirituale: in Cina, più cresce l’economia, più crescono i bisogni spirituali».

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