domenica 1 gennaio 2023
L’arcivescovo maggiore di Kiev, Sviatoslav Shevchuk: la sua costante attenzione al nostro dramma. Dal cielo intercederà per la pace
L’arcivescovo maggiore di Kiev, Sviatoslav Shevchuk, e papa Benedetto XVI lo scorso novembre

L’arcivescovo maggiore di Kiev, Sviatoslav Shevchuk, e papa Benedetto XVI lo scorso novembre - Chiesa greco-cattolica ucraina

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«Continuo a pregare per l’Ucraina». Benedetto XVI aveva affidato all’arcivescovo maggiore di Kiev, Sviatoslav Shevchuk, le sue ultime parole di vicinanza spirituale a un’intera nazione in guerra. E ora è il capo della Chiesa greco-cattolica, principale comunità cristiana in comunione con Roma presente nel Paese, a farsi interprete del “dolore della gente” per la morte del Pontefice emerito. Anche l’Ucraina piange papa Ratzinger che più volte aveva espresso la sua attenzione al dramma che si vive alle porte dell’Europa. «Già all’inizio del conflitto il Papa emerito ha voluto inviarmi una lettera assicurando al popolo aggredito la sua prossimità e le sue preghiere per la pace», racconta l’arcivescovo maggiore che il 9 novembre aveva fatto tappa nel monastero Mater Ecclesiae dove il Papa emerito si era ritirato fra le mura vaticane. Si trattava della prima “uscita” di Shevchuk dal Paese, che mai aveva lasciato dall’inizio dell’invasione russa. A Roma era stato ricevuto in udienza da Francesco e poi si era recato a salutare papa Ratzinger. «Nella nostra conversazione Benedetto XVI, già molto debole però lucido, mi aveva assicurato la preghiera per la nostra gente», riferisce il “patriarca”, come viene chiamato dalla sua comunità. E subito aggiunge: «Così, in mezzo al dramma della guerra, eravamo sicuri che nel monastero Mater Ecclesiae, grazie alla sua grande e altrettanto umile personalità, potevamo contare su un “avvocato” presso il Signore per la pace nella “martoriata Ucraina”».


A Benedetto XVI l’arcivescovo maggiore resta particolarmente legato. Era stato infatti papa Ratzinger, prima, a nominarlo nel 2009 vescovo scegliendolo come ausiliare dell’eparchia di Santa Maria del Patrocinio a Buenos Aires in Argentina e, poi, a confermare nel 2011 la sua elezione ad arcivescovo maggiore di Kiev-Halyč da parte del Sinodo dei vescovi della Chiesa greco-cattolica di cui di fatto diventava capo. «È stato un segno di massima fiducia, ma anche di rispetto della decisione del Sinodo della nostra Chiesa», sottolinea Shevchuk. Una Chiesa che, aggiunge, «ha sperimentato la sua vicinanza e la solidarietà con il popolo ucraino anche nel periodo della guerra su vasta scala in corso nel nostro Paese».


L’arcivescovo ha inviato a Francesco una lettera in cui esprime il cordoglio di tutta la comunità ecclesiale. «Il pontificato di Benedetto XVI – scrive Shevchuk – ha abbracciato la nostra Chiesa con tanti gesti provvidenziali che hanno favorito la sua rinascita dopo la persecuzione comunista, e lo sviluppo autentico nei tempi moderni. Siamo riconoscenti al suo predecessore per il grande contributo nella crescita e nella formazione delle strutture della nostra Chiesa e il sostegno in diversi ambiti della vita pastorale». E, tornando alle bombe che continuano a cadere e alla costante preghiera di Benedetto XVI, l’arcivescovo conclude: «Sono convinto che anche adesso nella sua persona il nostro popolo avrà un intercessore davanti al trono di Dio».

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