martedì 29 ottobre 2019
"Proteggere ogni vita" è il motto del viaggio nel Paese, dal 23 al 26 novembre. Molto attese le tappe a Hiroshima e Nagasaki, città devastate dalla bomba atomica
Il "Memoriale della pace" a Hiroshima, una della tappe della vista di Francesco in Asia (Ansa)

Il "Memoriale della pace" a Hiroshima, una della tappe della vista di Francesco in Asia (Ansa)

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Cresce l’attesa in Giappone per la visita di papa Francesco, la seconda di un Pontefice dopo quella di san Giovanni Paolo II nel 1981. Soprattutto le comunità cattoliche di Tokyo, Nagasaki e Hiroshima si stanno preparando per accogliere il vescovo di Roma che viene nel loro Paese per confermarli nella fede. Ma anche l’opinione pubblica attende con curiosità e interesse l’arrivo del Vescovo di Roma. Ne fa fede il fatto che siano una decina i giornalisti e operatori che, seguiranno la visita sul volo papale. Mentre il governo con la consueta acribia nipponica sta lavorando affinché tutto vada per il meglio, nonostante i disastri provocati dal tifone Hagibis che però non ha toccato da vicino i luoghi che verranno toccati dal Papa.

La Sala Stampa della Santa Sede ha reso noto il programma dettagliato della visita, che ricalca sostanzialmente quello già pubblicato lo scorso 2 ottobre. Il Pontefice visiterà tre città: la capitale Tokyo e le due località note in tutto il mondo per essere state le uniche nella storia ad aver sofferto un attacco atomico: Hiroshima e Nagasaki. Francesco è atteso in Giappone per il pomeriggio di sabato 23 novembre. Arriverà da Bangkok, in Thailandia, prima tappa del suo 32° viaggio internazionale, e alloggerà nella nunziatura dove subito incontrerà i vescovi nipponici. «Proteggere ogni vita» è il motto scelto per la visita nel Paese del Sol Levante. «Ci aspettiamo dal Papa – spiega l’arcivescovo di Nagasaki, Joseph Mitsuaki Takami, che è anche il presidente della Conferenza episcopale – un forte incoraggiamento a testimoniare la nostra fede in una società che ha tanti problemi riguardo alla vita: suicidi in aumento tra i giovani, aborti e poi la pena di morte che gode di un forte consenso popolare». Sui media nipponici viene dato risalto alla possibilità che un condannato a morte giapponese, l’83enne Iwao Hakamada, che si è sempre professato innocente, incontri il Papa durante la sua permanenza in Giappone.


Quello in programma in Thailandia e Giappone sarà il 27° viaggio apostolico internazionale di papa Francesco. Il primo avvenne in Brasile, nel 2013. Nel 2014 Bergoglio ne effettuò quattro. Nel 2019 ben sette: Panama (23 - 27 gennaio 2019, perla Gmg); Emirati Arabi Uniti (3 - 5 febbraio); Marocco (30 - 31 marzo); Bulgaria e Macedonia del Nord (5 - 7 maggio); Romania (31 maggio - 2 giugno); Mozambico, Madagascar e Mauritius (4 - 10 settembre).

Domenica 24 è il momento delle tappe di Nagasaki e Hiroshima. Nella prima città ci sarà il suo “messaggio sulle armi nucleari” all’Atomic Bomb Hypocenter Park e un omaggio al Monumento dei 26 martiri, con un suo saluto e la recita dell’Angelus. Dopo il pranzo in arcivescovado, la Messa allo stadio di baseball. Quindi la partenza in aereo per Hiroshima dove rivolgerà un messaggio all’Incontro per la pace al Memoriale della pace. Nagasaki e Hiroshima, città gemelle che hanno conosciuto la catastrofe epocale della bomba nucleare. Il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, parlando al Palazzo di Vetro di New York lo scorso settembre, ha anticipato che il Pontefice, visitando le due città “martiri”, «non mancherà di lanciare un appello il più forte possibile perché si compiano passi concertati verso l’eliminazione totale delle armi nucleari». Il viaggio in Giappone si chiude a Tokyo. Qui il 26 novembre incontrerà le vittime del “triplice disastro” (terremoto, maremoto e incidente nucleare) che ha devastato il territorio di Fukushima nel 2011. Quindi la visita privata all’imperatore Naruhito al Palazzo imperiale. Poi rivolgerà un discorso ai giovani nella Cattedrale di Santa Maria progettata da Kenzo Tange. E dopo pranzo celebrerà la Messa nel Tokyo Dome. Infine incontrerà il primo ministro Shinzo Abe e le autorità e il corpo diplomatico.

L’ultimo giorno del suo viaggio Francesco lo dedicherà ai gesuiti, che hanno segnato in modo indelebile la storia del cristianesimo in queste terre. Il loro provinciale è oggi un suo ex allievo, padre Renzo De Luca, che già nel 1987 l’allora padre Bergoglio venne a trovare. Prima di rientrare in Italia il Pontefice presiederà la Messa in privato con i membri della Compagnia nella cappella della Sophia University. Nello stesso ateneo cattolico visiterà anche sacerdoti anziani e ammalati. Prevista la presenza dell’ex preposito generale padre Nicolas Pachon che ha scelto di passare gli ultimi anni della sua vita nella comunità che lo ha visto missionario per decenni.

La prima tappa del viaggio di Papa Francesco in Asia a novembre è a Bangkok, in la Thailandia. Il Pontefice parte da Roma il 19 sera e arriva il 20. Gli appuntamenti cominciano il 21 con gli incontri con il primo ministro, con le autorità e con la visita al patriarca supremo dei buddisti. Segue l’incontro all’ospedale cattolico St. Louis. Nel pomeriggio è prevista la visita privata al re e quindi la messa nello Stadio nazionale. Fitta la serie di impegni del 22. Nella mattina incontri con sacerdoti e religiosi/e, poi con i vescovi thailandesi e della Fabc, quindi con i gesuiti. Nel pomeriggio incontro con i leader cristiani e di altre religioni e infine Messa con i giovani nella Cattedrale dell’Assunzione. La mattina del 23 la cerimonia di congedo e poi la partenza per Tokyo. In Thailandia papa Francesco avrà modo di salutare la cugina missionaria salesiana, suor Ana Rosa Sivori.

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