Relazioni, referti, giudici: tutti contro tutti sulla famiglia nel bosco

Mentre la famiglia prepara il ricorso, annunciata una manifestazione a Roma il 6 dicembre contro l'allontanamento
November 24, 2025
Relazioni, referti, giudici: tutti contro tutti sulla famiglia nel bosco
La casa nel bosco a Palmoli dove vivono Nathan Trevallion e Catherine Birmingham/ ANSA
Sarà un controllo su ordinanze, relazioni e referti. Un'analisi attenta e puntuale per far luce una volta per tutte sull'operato dei giudici nella vicenda della famiglia del bosco. A quattro giorni dall'ordinanza che ha disposto la sospensione della patria potestà, e il conseguente allontanamento dei figli in una casa famiglia, il ministero della Giustizia ha avviato gli accertamenti che porteranno, si presume a breve, a una decisione dello stesso Carlo Nordio su una vicenda che, oltre ad un caso giudiziario, sta diventando ogni giorno di più un caso politico e, soprattutto, mediatico. Tanto che la maggioranza dei consiglieri togati ha avanzato al Csm l'apertura di una pratica a tutela dei giudici del Tribunale dei minorenni dell'Aquila, da giorni ormai bersaglio di critiche e, nel caso della presidente Cecilia Angrisano, anche di minacce e insulti. Alcune affermazioni pubbliche, spiegano i magistrati, «trascendono la legittima critica a un atto giudiziario e finiscono per colpire direttamente l'operato dei magistrati del Tribunale per i minorenni, esponendoli a una indebita pressione anche mediatica». E che l'attenzione del governo sul caso sia ai massimi livelli lo conferma anche la nota con la quale il ministero dell'Istruzione oggi ha puntualizzato come sia stato rispettato l'obbligo scolastico dei minori che veniva contestato invece sia da una relazione dei servizi sociali che dagli stessi magistrati abruzzesi. Avviati, dunque, gli accertamenti di via Arenula, toccherà ora al Guardasigilli prendere una decisione in merito all'ordinanza delle polemiche. In base alle valutazioni del caso, Nordio potrà decidere di archiviare, disporre una sanzione o, se rilevate particolari problematicità, avviare un'inchiesta o inviare gli ispettori.
Al Tribunale dei minorenni dell'Aquila il clima viene comunque descritto come «sereno e tranquillo», con udienze ed attività che proseguono senza alcun problema o intoppo. Le bocche restano comunque cucite e nessuno rilascia dichiarazioni ufficiali anche se nei corridoi sono in molti a difendere la decisione dei giudici con l'auspicio che la famiglia anglo-australiana possa presto tornare unita. Per questo l'avvocato Giovanni Angelucci è al lavoro per presentare il ricorso entro il termine del 29 novembre. Non è escluso che Nathan e Catherine possano in qualche modo venire incontro alle richieste dei servizi sociali, adeguando la casa nella quale vivono - anche dal punto di vista igienico-sanitario - e consentendo ai loro figli di frequentare la scuola. Per il momento, però, Nathan - il papà dei tre minori che ora sono in casa famiglia con la mamma - ha deciso di non rilasciare ulteriori dichiarazioni. La decisione è maturata al termine di una riunione con le alte famiglie 'neorurali' che vivono nella zona, una trentina in tutto. Durante il weekend si sono ritrovate per fare il punto della situazione, preoccupate che il caso possa coinvolgere anche loro. Il “boom” sui social, le petizioni online e le trasmissioni televisive li hanno convinti a chiudersi in un vero e proprio silenzio stampa. Da parte del sindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli, è stato ribadito il pieno sostegno sia alla famiglia, sia al tribunale per collaborare e trovare una soluzione condivisa. Intanto non accenna a placarsi anche l'agone politico, con il vicepremier Matteo Salvini che, per il quarto giorno consecutivo, è tornato a pubblicare sui social la propria solidarietà alla famiglia, impegnandosi a proseguire «finché questi piccoli non saranno tornati felici tra le braccia di mamma e papà, nella loro casa nel bosco». Il leader della Lega, inoltre, è atteso nel fine settimana in Abruzzo in occasione dei gazebo organizzati dal suo stesso partito per raccogliere le firme contro la decisione dei giudici dell'Aquila. E il caso finisce anche alla Commissione Europea dove è arrivata l'interrogazione, sempre a firma Lega, sul caso dei «bambini strappati alla famiglia che vive nei boschi in Abruzzo».

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