sabato 24 agosto 2019
Colloquio in serata dopo l’incontro dei capigruppo. Primo giudizio dem: nessun ostacolo insormontabile Ma il capo M5s: taglio dei parlamentari subito. «Non c’è tavolo con la Lega»
I capigruppo del Movimento Francesco D’Uva e Stefano. Patuanelli dopo l’incontro con la delegazione Pd.

I capigruppo del Movimento Francesco D’Uva e Stefano. Patuanelli dopo l’incontro con la delegazione Pd.

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La sintesi più efficace della giornata l’ha fatta Andrea Orlando, vicesegretario del Pd: «Non ci sono ostacoli insormontabili. Ma bisogna sciogliere ogni forma di ambiguità perché si possa proseguire con l’interlocuzione ». Ieri in serata, però, il dialogo in vista della formazione di una maggioranza di governo ha subito un’accelerazione con un primo faccia a faccia svoltosi in un’abitazione privata - tra i due leader Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio. Incontro che ieri era dato in preparazione senza specificare una data. Le due controparti, insomma, hanno deciso di verificare con la rapidità chiesta dal Capo dello Stato se questo accordo - e dunque questo governo - s’ha da fare. Il percorso è comunque a ostacoli. Ieri pomeriggio Pd-M5s si sono scrutati per centodieci minuti in un primo confronto in scena a Montecitorio. La diffidenza c’è.

Ma c’è anche voglia di provarci sul serio perché l’ipotesi di cedere al corteggiamento della Lega e tornare indietro o quella di accettare la sfida delle urne convincono ancora meno. Per il Movimento ci sono i capigruppo Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli con i loro vice Francesco Silvestri e Gianluca Perilli. Per il Pd tocca a Graziano Delrio e Andrea Marcucci e il vicesegretario Andrea Orlando. Zingaretti aspetta e fa i conti con un Pd scosso dalle polemiche e dai piccoli colpi bassi. Di Maio aspetta e, quando è quasi buio, si sfoga con i suoi: «Per noi contano i temi e le proposte, non le poltrone. Ho letto che qualcuno del Pd sta ponendo condizioni sul taglio dei parlamentari. Non sono nella posizione di chiedere condizioni. Il taglio va fatto senza contro- condizioni. Deve entrare nel calendario di settembre. Ed è solo il primo dei punti che si dovranno discutere. Siamo la forza politica di maggioranza relativa. Zingaretti mi dovrà dare garanzie su questo, garanzie che ancora non ha dato, altrimenti non si va avanti». Il vertice di Montecitorio non ha dato, dunque, indicazioni vere.

A parole c’è una grande fiducia, ma i fatti veri ancora non ci sono. Non c’è un’intesa sul programma. Ci sono convergenze possibili sul taglio delle tasse sul lavoro e sulla proposta dell’assegno unico per i figli. Ma ancora non si parla di nomi. E ancora manca - come chiede Zingaretti una parola chiara sul fatto che non esiste un dialogo parallelo con la Lega. La Lega prova a chiarire, ma Orlando non si fida: «Lo dicano al Quirinale che c’è il dialogo solo con il Pd». E poi non c’è nulla di concreto sul punto davvero decisivo per M5s: il taglio dei 345 parlamentari. «Da questo dipende tutto il dialogo sul resto... Sì, abbiamo chiesto garanzie», spiega D’Uva lasciando Montecitorio. Garanzie? D’Uva annuisce e spiega: «Abbiamo chiesto che il taglio dei parlamentari sia posto al primo punto utile del calendario». La risposta del Pd è immediata: «Noi siamo sempre stati e rimaniamo a favore del taglio dei parlamentari. Siamo disponibili a votare la legge ma riteniamo che vada accompagnata da garanzie costituzionali e da regole sul funzionamento parlamentare. È questo il senso del calendario che siamo disponibili a costruire insieme e in tempi rapidi », si legge in una nota che riassume la linea Dem. Ma a quanto pare Di Maio non si accontenta.


Un incontro di due ore fra le delegazioni ha avviato il confronto tra dem e grillini. Strada ancora in salita, ma non ci sono chiusure. Prime convergenze sull’agenda sociale della manovra

Nulla è facile. Ma le parole dopo il primo vertice fanno sperare. Nessuno chiude. Anzi tutti preferiscono guardare quello che unisce. «Abbiamo registrato un’ampia convergenza sull’agenda sociale e l’agenda verde ambientalista. È un buon inizio con un’ampia convergenza di provvedimenti che potrebbero poi avere un esito a breve sulla legge di bilancio che può partire già nelle prossime ore. Questa è una nota molto positiva», annota Delrio. Intanto già da domani pomeriggio si riuniranno i tavoli di lavoro del Pd per il programma del governo di svolta. Verranno coordinati dai membri della segreteria con i capigruppo nelle commissioni parlamentari. Sei tavoli: regole, Europa, Sviluppo sostenibile, economia, lavoro e welfare, sapere e ricerca. Un lavoro che ora non è chiaro a cosa possa servire.

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