giovedì 19 giugno 2014
Il presunto assassino respinge le accuse. Il gip non conferma il fermo.
Che cosa vuol dire uccidere una 13enne di Ferdinando Camon
REPORTAGE Famiglie distrutte da troppe verità inconfessabili (Nello Scavo).
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Il gip di Bergamo ha deciso che Massimo Giuseppe Bossetti, accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio, deve rimanere in carcere, pur non convalidando il fermo dell'uomo. Lo ha spiegato ieri sera il legale di Bossetti Silvia Gazzetti. Non ci sarebbe però nessuna svolta nelle indagini, visto che sussistono gravi indizi di colpevolezza e la decisione del gip sarebbe legata al mancato pericolo di fuga.

Per la prima volta da quando è stato fermato ha rotto il silenzio con gli inquirenti. Nell'interrogatorio di convalida del fermo sostenuto questa mattina davanti al gip Ezia Maccora alla presenza, anche, del pm Letizia Ruggeri, il presunto assassino "ha risposto a tutte le domande", ma lo ha fatto per respingere ogni accusa. "Ha proclamato la sua innocenza e la sua totale estraneità ai fatti", mette in chiaro l'avvocato Silvia Gazzetti, difensore di Bossetti. Bossetti, nel suo interrogatorio davanti al gip di Bergamo per la convalida del fermo, ha detto di non riuscire a spiegarsi per quale ragione il suo Dna, come sostiene l'accusa, sia stato trovato sul corpo della ragazza dopo il ritrovamento nel campo di Chignolo d'Isola il 26 febbraio 2011. In particolare, il 44enne muratore di Mapello incastrato dall'esame del Dna ha assicurato agli inquirenti di non aver "mai visto" nè "mai conosciuto" la 13enne di Brembate Sopra assassinata il 26 novembre 2010 all'uscita della palestra. L'uomo fermato ha poi spiegato che il suo telefono cellulare era inattivo dal tardo pomeriggio del 26 novembre 2010 alla mattina successiva perché scarico. La Procura gli contesta, infatti, che il suo cellulare aveva agganciato la cella di Mapello, a cui si era agganciato anche il telefono di Yara Gambirasio, ed era poi rimasto inattivo, senza ricevere o fare comunicazioni, fino alla mattina dopo alle 7.30. Bossetti avrebbe appreso solo stamani di essere figlio illegittimo e questo lo ha ''sconvolto'', ha riferito il legale. Il gip di Bergamo Ezia Maccora si è riservata di decidere sulla convalida del fermo al termine dell'interrogatorio di stamani in carcere.

 

Nel pomeriggio una decina di investigatori sono arrivati a casa di Massimo Giuseppe Bossetti, a Mapello per un nuovo sopralluogo. La via è stata transennata. Sono stati fatti dei rilevamenti dentro e fuori l'abitazione alla quale sono stati apposti i sigilli. Lunedì, dopo il fermo di Bossetti, la moglie e i tre figli erano andati via e da ieri anche la suocera, che vive nella stessa abitazione, aveva deciso di abbandonare il piccolo paese in provincia di Bergamo. Intanto la sorella gemella difende Bossetti. "Hanno voluto incastrarlo. Non è lui, ne sono sicura al cento per cento": ha detto Laura Letizia. "Mio fratello è sangue del mio sangue, io lo conosco, lui è innocente" ha detto intervistata da Matrix. "Non sapevo di avere un altro padre - ha aggiunto - ma per me mio padre è quello che mi ha cresciuta".
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