martedì 7 gennaio 2014
​Le due associazioni, ascoltate dalla Commissione ambiente alla Camera, chiedono maggiore severità ma anche attenzione per le comunità colpite. Necessarie bonifiche rapide. Pagate coi beni sequestrati alle mafie.
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Coldiretti e Wwf chiedono più severità sul fronte penale contro le ecomafie per fermare il tragico fenomeno della Terra dei fuochi. Ma anche che non siano i coltivatori a pagare per effettuare le bonifiche necessarie. Rappresentanti dei coltivatori diretti e dell'associazione ambientalista sono stati ascoltati stamani dalla Commissione ambiente alla Camera, nell'ambito dell'esame del decreto sulle emergenze ambientali ed industriali, quello indicato comunemente come "decreto sulla Terra dei fuochi", in cui compaiono anche nuove norme per l'Ilva. La Coldiretti chiede, tra l'altro, di pagare i danni provocati nell'area della Terra dei fuochi con i beni confiscati alle mafie. Inoltre ha sollecitato una realizzazione rapida ed efficace delle bonifiche dei siti contaminati. Infine ha sottolineato la necessità di sbloccare i fondi esistenti er indennizzare anche le comunità danneggiate, tenendo conto delle attività agricole includendo le produzioni tipiche. Secondo la Coldiretti dal gennaio del 2012 alla fine del 2013 ci sono stati oltre seimila roghi di rifiuti, oltre a innumerevoli episodi di abbandono incontrollato e smaltimento abusivo di materiali tossici. Con tutte le conseguenze immaginabili per il suolo, l'aria e le acque sotterranee.  Il Wwf è convinto che si debba «adeguare il Codice dell'ambiente con un apposito titolo sui "delitti ambientali"». I rappresentanti del Wwf hanno anche ampiamente citato la lettera di Napolitano a don Maurizio Patriciello, parroco a Caivano, sottolineando l'appello del presidente della Repubblica a non abbassare la guardia e il suo dichiarato impegno a sollecitare le istituzioni in questa battaglia contro il criminale inquinamento. Il Wwf ha infine insistito sulla necessità, oltre alla mappatura del territorio, anche di «un'individuazione specifica delle aree più inquinate» e sul «reato di combustione illecita dei rifiuti».
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