sabato 19 febbraio 2011
Ospitato a Lucca il "Villaggio solidale". Nonostante crisi e tagli il comparto tiene. Sono 42mila associazioni. In Friuli-Venezia Giulia la più alta concentrazione. Zamberletti (Cnv): serve un dipartimento ad hoc presso la presidenza del Consiglio. Il leader Udc, Casini: bisogna far capire che l’associazionismo è un valore di riferimento.
COMMENTA E CONDIVIDI
I rapporti non idilliaci tra politica e volontariato stanno caratterizzando anche "Villaggio solidale", il salone nazionale delle associazioni in corso a Lucca, che registra invece un’ottima affluenza di pubblico. Ieri il presidente della Caritas italiana ha invitato a rilanciare la gratuità per costruire il bene comune senza separare la solidarietà dalla sussidiarietà. «Abbiamo trovato pochissima sponda dal mondo della politica - ha attaccato Maria Pia Bertolucci, vicepresidente del Centro Nazionale per il Volontariato - i leader non si sono mostrati né disponibili né interessati alla partecipazione. Grave». Al salone oggi non verranno né il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, né l’assessore toscano, Ernesto Rossi, che erano attesi. Ieri si è visto solo Pierferdinando Casini, che si é detto d’accordo con la proposta di Giuseppe Zamberletti, presidente del Cnv, di istituire un dipartimento del volontariato presso la presidenza del Consiglio. «Ma nessun dipartimento potrà fare il lavoro che ci si attende - ha aggiunto Casini - se non capiamo che il volontariato serve alla società come grande valore di riferimento».I dati resi noti ieri alla fiera del volontariato descrivono un comparto che resiste alla crisi e ai tagli del welfare. Nel 2010 il nostro paese ha infatti speso 118 euro a persona per la protezione delle famiglie, un terzo di Francia e Germania, secondo la presidente del Convol Emma Cavallaro, e 11 euro a cittadino per la lotta all’esclusione, un trentesimo rispetto ai nostri partner Ue più vicini.  In Italia, anche se calano i volontari in età produttiva, resistono oltre 42mila associazioni, secondo la banca dati del Cnv. Un quarto opera nel settore sanitario, il 20% è attivo nel sociale, il 7% nel campo della protezione civile e il 2% nel volontariato internazionale. Il Friuli-Venezia Giulia è la regione con la più alta concentrazione di associazioni in rapporto al numero di abitanti, agli ultimi posti Campania, Sicilia e Lazio. In assoluto, la regione con più associazioni censite è la Lombardia (5.703), seguita da Veneto (4.608), Emilia Romagna (4.655), Piemonte (4.482) e Toscana (4.460).Il vescovo di Lodi, Giuseppe Merisi, presidente di Caritas italiana, ha sottolineato i valori a cui il volontariato italiano deve ancorarsi, ovvero «dedizione, gratuità e la solidarietà. Quest’ultima è l’amore cristiano declinato dalla società nell’articolo due della Costituzione». Per Merisi il volontariato italiano oggi non deve cadere nella trappola di separare solidarietà da sussidiarietà se vuole aiutare i poveri. «Altrimenti - ha ammonito - la prima, da sola, porta a un assistenzialismo impersonale. E la seconda, se resta isolata, difende i più forti e potenti».Per il vescovo, approfittando dell’anno europeo del volontariato, occorre infine rilanciare tra i giovani la formazione. La Caritas italiana continuerà a fare la sua parte sui territori per garantire linfa nuova a questo patrimonio di bene comune e virtù civili.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: