mercoledì 17 dicembre 2008
La clinica «Città di Udine» era già pronta ad accogliere la donna e a toglierle il sondino. Stamane, in una conferenza stampa, l'annuncio dello stop in seguito al divieto del ministro Sacconi agli ospedali privati e pubblici di interrompere nutrizione e idratazione alle persone in stato vegetativo permanente. La clinica friulana resta comunque pronta a dare la morte a Eluana se i legali della famiglia Englaro riusciranno ad aggirare il divieto del governo.
COMMENTA E CONDIVIDI
Avevano già pianificato tutto: l'avrebbero trasferita nella notte, e le sarebbe stato tolto il sondino che la alimenta. Invece l'atto di indirizzo emanato ieri dal ministro Sacconi -  che vieta alle strutture sanitarie pubbliche e private convenzionate con il sistema sanitario nazionale di interrompere nutrizione e idratazione delle persone in stato vegetativo persistente - ha «salvato», nuovamente, la vita di Eluana. È infatti saltato il trasferimento a Udine nella Casa di cura "Città di Udine". L'annuncio è arrivato stamane durante una conferenza stampa per bocca dellì'amministratore delegato della struttura, Claudio Riccobon: «Abbiamo sospeso temporaneamente l'iter - ha detto - in attesa che i legali che tutelano Eluana Englaro e la sua famiglia dimostrino che l'incursione del ministro Maurizio Sacconi non intacca la validità del decreto della Corte d'appello di Milano e della Corte di Cassazione». Pronta un'équipe di venti professionisti volontari. La volontà di morte comunque resta intatta: così come era già tutto pronto per porre termine alla vita di Eluana. così «confermiamo - ha aggiunto Riccobon - la nostra disponibilità ad ospitare Eluana» tenendo conto che «è già pronta una equipe di 20-25 professionisti, tutti esterni alla struttura, per assistere Eluana. Una équipe - ha concluso - che lavorerà su base volontaria e gratuitamente».L'arcivescovo di Udine: «In Friuli prevalga la cultura della vita».«Non mi sembra sostenibile che l'alimentazione entri a far parte degli elementi che configurano un accanimento terapeutico nei confronti di una persona disabile che, vivendo di vita propria, conserva tutta la sua dignità di persona, ancorchè impossibilitata a relazionarsi con gli altri. E comunque in Friuli spero prevalga la cultura della vita». Lo ha detto oggi, commentando il caso di Eluana, l'arcivescovo di Udine, Pietro Brollo. Secondo Brollo «questo è il convincimento delle migliaia di persone, uomini e donne, religiosi e laici, padri e madri, volontari e volontarie che si chinano su fratelli e sorelle che giacciono su un letto, privi di autonomia; privi di tutto, ma non della vita e della dignità che essa comporta». «In questa nostra società sempre più ripiegata su se stessa e incapace di ideali robusti - ha aggiunto il presule - vedo mortificati gli slanci di amore gratuito verso ciò che è nobile e sacro», per cui si finisce per giudicare «conquista di civiltà l'uccidere i bimbi prima che nascano, perché sono scomodi e spegnere la vita a chi è oramai troppo debole e fragile e quindi non più utile».Il Vaticano: «La scelta di Sacconi dalla parte della vita». Quella del ministero della Salute e del Lavoro è una iniziativa «molto ragionevole e sensata», perché riconosce che «l'accanimento terapeutico, e l'alimentazione e l'idratazione, sono due cose molto distinte»: è il commento del cardinale Javier Lozano Barragan, presidente del Pontificio consiglio per la pastorale della salute, sull'atto di indirizzo inviato dal ministro del lavoro e della salute Maurizio Sacconi, che dichiara illegale interrompere nutrizione e idratazione delle persone in stato vegetativo persistente per le strutture pubbliche e private del servizio sanitario nazionale. Questo atto renderebbe di fatto impossibile per la famiglia di Eluana Englaro staccare il sondino che alimenta la donna. Per il cardinale, si tratta di un atto «molto positivo» ed è la prova che il «ministero della Salute sta dalla parte della vita in questo tempo natalizio in cui celebriamo il massimo della vita, ovvero il figlio di Dio».Scienza & Vita: «Atto di coraggio del governo».  «Un atto di coraggio in favore di tutti i pazienti in stato vegetativo che apprezziamo e speriamo possa trovare ampio consenso nell'opinione pubblica italiana più sensibile nei confronti della vita, dal concepimento alla morte naturale». Così l'Associazione Scienza & Vita commenta l'atto di indirizzo del ministero del Welfare. «Dinanzi allo strapotere di una parte della magistratura sulle questioni del fine vita - osserva Scienza & Vita - è come se la politica volesse rimettere al centro gli interessi della persona umana nella condizione di massima fragilità, qual è quella dello stato vegetativo».Baio e Binetti (Pd): «Bene Sacconi». «Concordiamo con l'atto di indirizzo firmato dal Ministro Sacconi che prevede che non è possibile interrompere la nutrizione e l'idratazione artificiale». Lo dichiarano le parlamentari del Pd Emanuela Baio e Paola Binetti, che ricordano che «questo è il cuore del Ddl 'Disposizioni in materia di dichiarazione anticipata di trattamento' che abbiamo presentato insieme nella passata legislatura e ripresentato alla Camera e al Senato in questa legislatura. Solo una tutela della vita coraggiosamente messa al centro dell'attività parlamentare può segnare una svolta decisa e coraggiosa anche sotto il profilo etico nel Paese. Occorre ricominciare dalla difesa della vita».Il legale degli Englaro: «Un atto senza valore». L'atto di indirizzo del Ministero della Salute con cui si vieta alle strutture pubbliche e private di sospendere idratazione e nutrizione alle persone in stato vegetativo persistente, tra cui il caso più famoso è quello di Eluana Englaro, «non vale niente, perché la legge non la fa Sacconi». È la reazione stizzita del legale della famiglia Englaro, Vittorio Angiolini, nell'apprendere la decisione del ministero. «Un atto di indirizzo interrogativo - attacca Angiolini - ma così non ha senso, o Sacconi ordina ai medici, come fanno i generali, di curare o non curare le persone o stia zitto».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: