Armeni: con il digiuno e la preghiera l'impegno privato diventa pubblico
sabato 14 ottobre 2023

La ferita della nuova, drammatica crisi mediorientale ci riguarda e interpella nel profondo. In occasione della Giornata nazionale di digiuno, preghiera e astinenza per la pace e la riconciliazione promossa dalla Chiesa italiana per il 17 ottobre Avvenire vuole raccogliere e far risuonare tutte le #vocidipace: mandaci la tua a vocidipace@avvenire.it o sui nostri canali social.

La situazione in Medio Oriente mi riempie di angoscia, sono molto toccata da quanto sta avvenendo. Per questo penso che la Giornata di preghiera e di digiuno del 17 ottobre sia una iniziativa importante, perché aderendo si ha la possibilità di esprimere il proprio impegno in prima persona. Una volta si manifestava, si sfilava sotto una bandiera, ma in questa momento è molto difficile riconoscersi collettivamente in una posizione. Quindi l’idea che una persona possa digiunare e pregare, mettendo in gioco il proprio corpo e la propria testa, è un forte richiamo a una presenza sulla scena pubblica. Più persone fanno proprio questo impegno, più diventa un segno forte. Agli scettici, che pensano che il digiuno e la preghiera non cambino le cose, rispondo che magari non cambiano subito, ma indicano che c’è un impegno interiore di tante persone che diventa anche un gesto pubblico. Il sacrificio di sé, in altre parole, non avrà forse un riconoscimento pubblico immediato, ma si può riflettere in una posizione condivisa, che diventa per se stessa una posizione politica.

Quando ho sentito che era stata indetta la Giornata di martedì, istintivamente mi sono detta che devo aderire anch’io; sarà il mio modo di dimostrare a tutti i miei familiari e conoscenti che è un momento grave, e che non possiamo sottrarci all'impegno personale. Personalmente non sono intervenuta sui social, non ho partecipato ad alcuna trasmissione televisiva, perché in questa vicenda occorre per rispetto per le vittime che si sono state e che ci saranno da entrambe le parti. Inorridisco di fronte a chi distingue tra la morte di bambini palestinesi e quella di bambini israeliani. E sì, le uniche cose che mi sento di fare, in questo momento, sono il digiuno e la preghiera.

giornalista e scrittrice

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