mercoledì 26 luglio 2017
Il provvedimento passa con 348 sì, 19 no e 28 astenuti. Esultanza dai banchi del M5S. Ma prosegue la polemica con il Pd. Grillo: vi terremo il fiato sul collo. Renzi ribatte: parlate, ma non stringete
L'emiciclo di Montecitorio

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Passa a Montecitorio la legge suil'abolizione dei vitalizi. A votare sì alla proposta di legge del dem Matteo Richetti sono stati 348 deputati, appena 17 i no e 28 gli astenuti. A votare a favore sono stati Pd, M5S, Sinistra italiana, Lega, Fdi e Scelta civica. Contraria Ap, mentre Mdp si è astenuto. Forza Italia, pur non uscendo dall’Aula, non ha partecipato al voto. Il risultato non placa, comunque, la polemica tra Pd e M5S. Che già mette in guardia da un affossamento nel passaggio definitivo al Senato. E il leader Beppe Grillo sui social promette: «Vi terremo il fiato sul collo fino a quando tutto l’iter non sarà completato, in Senato non vi daremo tregua». A sera interviene Matteo Renzi, per rimarcare che il merito va al partito di cui è segretario: «Quella sui vitalizi è la proposta Richetti, che abbraccio. M5S parla parla ma poi non stringe. Lo si è visto nei passaggi fondamentali. Il Pd invece le cose le fa».


Per tutto il giorno, insomma, le due forze politiche battagliano sulle procedure parlamentari e sulla paternità del provvedimento. Al termine delle dichiarazioni di voto il quadro è chiaro e si riflette nel risultato finale. Cori e applausi in Aula, alla Camera, subito dopo l’approvazione. Tanto che la presidente, Laura Boldrini, ha ammonito i deputati a osservare «il giusto decoro. Capisco la gioia, ma vi invito a trattenere le espressioni di giubilo». Particolarmente attivi i Cinque Stelle. A seguire la votazione dalla tribuna del pubblico c’era la senatrice Paola Taverna, alla quale si è rivolto Danilo Toninelli, durante la votazione, mostrando le dita a V in segno di vittoria. Mentre secondo il deputato dem Fabio Rampi, una collega del gruppo M5S avrebbe fatto il segno del dito medio verso i banchi del Pd. Secondo lui Giulia Grillo, che però smentisce. Il deputato ha chiesto di verificare il video d’Aula e Boldrini ha assicurato che se ne occuperà l’Ufficio di presidenza.



Questo è stato solo l’epilogo di un dibattito infuocato. Sui tempi c’è stato un duro scontro tra M5S e Pd. Dopo che il voto è slittato per il question time del governo e prima che la Conferenza dei capigruppo alle 15 decidesse per il voto serale, Danilo Toninelli (M5S) è partito all’attacco. L’accusa al Pd e agli altri gruppi «conniventi» è stata quelli di fare «ostruzionismo». Accusa rovesciata dal capogruppo dem Ettore Rosato: «Che faccia tosta», dice, ricordando che in mattinata «avete fatto lunghi interventi». Insomma «l’ostruzionismo lo hanno fatto loro, chi non vuole votare sono loro». Alle 16,30 iniziano le dichiarazioni. E fioccano i distinguo sul carattere "populista" del provvedimento passibile di incostituzionalità. È il leit motiv dei contrari. Come Forza Italia che con Simone Baldelli parla di legge «scritta con i piedi» e di un Renzi che «insegue Grillo sull’antipolitica». Dalla linea del partito di smarcano, votando sì, Daniela Santanchè e Maria Stella Gelmini. Quest’ultima spiega di essere una delle firmatarie del testo e di «non considerarlo come un cedimento all’antipolitica». La pensa all’opposto Fabrizio Cicchitto (Ap) per il quale invece questa visione «penetra in Parlamento». Il presidente della Commissione Esteri di Montecitorio si rivolge poi a Richetti accusandolo di mettere in discussione la figura del legislatore paragonandolo a un lavoratore dipendente. Giorgia Meloni (Fdi) annuncia il voto favorevole. Così come fa la Lega. Mdp sceglie la strada dell’astensione, «per manifestare la nostra estraneità al teatrino che si è messo in campo», dice Gianni Melilla. Rosato in Aula rivendica la battaglia ai dem: «I vitalizi li abbiamo aboliti noi con il governo Monti nel 2011».

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