Schiaffeggiate, ferite, uccise. Insieme alla vita che portano in grembo. C'è anche questo dramma, da ricordare, nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. E lo fa il Movimento per la vita. «Non possiamo dimenticare le donne costrette ad abortire dalle minacce o dalle pressioni di padri, mariti, compagni o fidanzati e quelle costrette a rinunciare al loro bambino dalla miseria o dal bisogno".
E ancora, «non dimentichiamo neppure le vittime della tratta, costrette prima alla prostituzione e poi all'aborto. Sono donne uccise due volte: nella loro dignità e nella vita del figlio che portavano in grembo. Per tutte loro - afferma la segretaria generale Paola Musso - invochiamo la libertà dalla violenza dell'aborto e un soprassalto di responsabilità da parte delle istituzioni, dalle quali si aspettano di ricevere protezione e aiuto per sé e per il bambino e non certo percorsi facilitati per l'interruzione volontaria della gravidanza".