venerdì 26 agosto 2011
Operazione della Guardia di Finanza nei confronti del gruppo Mastrotti: 106 milioni di euro sono stati recuperati a tassazione mentre è stato accertato che un miliardo e 334 milioni è stato sottratto al monitoraggio fiscale.
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In principio c'è stata un'indagine per corruzione che ha ipotizzato il pagamento da parte dell'azienda Mastrotto Group di una tangente da 300 mila euro nei confronti di professionisti e funzionari dell'Agenzia delle Entrate, poi una verifica fiscale che ha scoperto l'attività della stessa ditta dal 2005 ad oggi.È questa l'origine dell'indagine della Guardia di Finanza di Vicenza che ha portato a scoprire come gli 800 dipendenti ricevessero parte degli stipendi in nero per un controvalore complessivo calcolato in almeno nove milioni di euro. La provvista di denaro extracontabile derivava da corrispondenti cessioni, sempre in nero, di tonnellate di pellame. Ancora artifici contabili consentivano di far sparire dalla contabilità aziendale il materiale venduto senza fattura.Il salto di qualità dell'inchiesta è arrivato però quando i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria sono riusciti a ricostruire la struttura di controllo della società con sede ad Arzignano, una organizzazione per scatole cinesi che ha permesso di far risalire così a due holding gemelle in Lussemburgo e adue trust con sede nell'isola di Mann. Gli investigatori vicentini sono stati in grado di dimostrare che i trust erano fittizi. I due fratelli italiani che li avevano disposti ne erano infatti anche beneficiari e gestori di fatto e questo cancella i vantaggi fiscali garantiti sia dai trust che dalle holding lussemburghesi. Risultato: 106 milioni di euro sono stati recuperati a tassazione mentre è stato accertato che un miliardo e 334 milioni è stato sottratto al monitoraggio fiscale e questo consentirà all'erario di incamerare centinaia di milioni.I responsabili dell'azienda, che hanno sostanzialmente riconosciuto la bontà delle conclusioni cui sono giunti gli esperti delle fiamme gialle, si sono impegnati a procedere in un percorso di regolarizzazione della loro posizione nei confronti del fisco italiano. "Abbiamo dimostrato di essere bravi quanto i migliori consulenti aziendali - ha commentato il col. Antonio Morelli, Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza, illustrando l'operazione - anzi per alcuni versi ancora più bravi. In questo particolare momento storico che richiede sacrifici a tutti gli italiani saremo in grado di scovare e punire tutti coloro che costruiscono artifizi fiscali".
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