Non uno spettacolo ma un’occasione «per educare i fedeli alla vita buona del Vangelo; una vita, cioè, scevra da comportamenti che distruggono e non costruiscono il bene comune, a discapito di un sereno vivere sociale». Il vescovo di Mileto Nicotera e Tropea, Luigi Renzo, ha inviato una lettera ai sacerdoti con orientamenti pastorali e indicazioni pratiche per la gestione dei riti pasquali. La comunicazione è contestualmente a una riunione nella Prefettura di Vibo cui, oltre al presule e al prefetto Luisa Varratta, ha partecipato il procuratore Mario Spagnuolo. Assieme hanno affrontato proprio il delicato rapporto tra ambienti criminali e manifestazioni religiose, con gli “uomini di rispetto” che le strumentalizzano per mostrare platealmente il loro potere. Durante la riunione in Prefettura sono stati predisposti servizi di vigilanza in tutta la provincia per evitare ingerenze della criminalità organizzata nelle manifestazioni religiose, in particolare quelle pasquali. E per scongiurare altri episodi, è stato deciso un piano di vigilanza delle forze dell’ordine. Durante l’incontro, inoltre, sono state accuratamente esaminate le intromissioni di elementi della malavita e di pregiudicati in questi riti fondamentali della vita cattolica.Ma è la diocesi, ancora una volta, ad essere in prima fila per combattere le cosche. «Già nel direttorio diocesano per le feste religiose del febbraio 2009 - ha scritto il vescovo Renzo - ho avuto modo di sottolineare che si tratta di significative tradizioni popolari di forte suggestione e di grande fascino da valorizzare al meglio e riqualificare non tanto nella loro spettacolarità già evidente, ma come occasione preziosa per educare i fedeli alla vita buona del Vangelo».Quindi una richiesta esplicita ai sacerdoti: vigilare perché la valenza di profonda religiosità non sia disturbata da interferenze estranee al valore intrinseco della manifestazione, dall’altra non possiamo lasciarci strumentalizzare da nessuno. Non vale la scusa che «bisogna accogliere la pecorella smarrita». In coda un appello «ai fedeli cristiani di non lasciarsi espropriare di ciò che appartiene alla ricchezza e al patrimonio religioso del nostro popolo!»; ai pastori «di essere più coraggiosi e uniti per dare segni nuovi di presenza e di speranza», magari affidando le statue ai giovani; ai membri delle confraternite che curano le Affruntate «di rinunciare a certi pretesi privilegi e di mostrarsi più collaborativi con i parroci».Infine l’ultima notizia anti ’ndrangheta arriva da Crotone dove la Confartigianato ha deciso di espellere chiunque sia connivente con le ’ndrine.