mercoledì 21 novembre 2018
Il loro impegno sta cambiando il paese. «Ma attenti ai passi indietro. La mafia non è stata ancora sconfitta completamente», avverte il prelato
Il vescovo Michele Pennisi

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«La mia speranza è che domenica possano essere elette delle persone che si mettano a servizio della città con spirito gratuito e quindi tolgano a Corleone quell’immagine di capitale della mafia che si è sempre portata dietro. Persone che cerchino, attraverso la legalità nella vita quotidiana, di ridare fiducia alla gente e di dare un’immagine nuova di Corleone dove non c’è più “cosa nostra” ma “casa nostra”». È l’auspicio in vista del voto di domenica dell’arcivescovo di Monreale, Michele Pennisi. Una speranza che si fa forza dal nuovo impegno dei giovani e della Chiesa corleonese.

Monsignor Pennisi, c’è dunque davvero un volto nuovo di Corleone?
Sì, ci sono tanti giovani che vogliono mostrare il volto nuovo di Corleone. Sono soprattutto loro, ma anche professionisti e uomini di Chiesa che si stanno impegnando su questo fronte. Il giorno della nuova intitolazione di via Scorsone e dell’asilo nido, era presente il parroco don Luca Leone che ha preso la parola e ha benedetto la targa per indicare questo nuovo impegno della Chiesa. In questo senso ad agosto, in preparazione del pellegrinaggio dei giovani a Roma, nella chiesa madre di Corleone si è svolto un incontro nel corso del quale i volontari del Cidma (il Centro internazionale di documentazione sulle mafie e del movimento antimafia che ha sede a Corleone, ndr) hanno dato testimonianza a circa 450 giovani provenienti dalle diocesi di Monreale, Trapani e Agrigento. È stato veramente un bel segno.

Non l’unico della Chiesa di Corleone...
Certo. Ricordo lo scorso 17 marzo la marcia per le vie di Corleone aperta a tutta la cittadinanza sui temi della legalità e della pace. E anche il divieto alle processioni a passare per via Scorsone, dove ancora vive la famiglia di Riina.

Cosa teme, quale è ora il rischio per Corleone?
Il rischio è che ci possa essere un passo indietro e che questo voto sia dettato dal clientelismo, dal guardare al passato, senza dare spazio soprattutto alle istanze e ai desideri di questa nuova generazione che vuole cambiare il volto di Corleone. Sarebbe proprio negativo.

C’è anche il rischio che la mafia rialzi la testa? Non è tutto finito con la morte dei boss?
Con la morte di Totò Riina è finito il suo drammatico delirio di onnipotenza che tanto sangue ha provocato, ma la mafia non è ancora stata sconfitta definitivamente e quindi non bisogna assolutamente abbassare la guardia. A partire dal voto di domenica e dalle scelte che faranno gli eletti.

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