mercoledì 23 marzo 2011
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Per far fronte all'emergenza dovuta alla presenza di migliaia di immigrati sull'Isola di Lamepedusa serve "un efficace programma di accoglienza e la creazione di centri spalmati sul territorio italiano, in modo da non gravare solo sull'isola che rischia di trasformarsi in una polveriera". Lo scrive al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, mons. Francesco Montenegro, l'arcivescovo di Agrigento che è competente sull'Isola. "I trasferimenti dal centro - denuncia - sono inspiegabilmente lenti e vanno immediatamente potenziati per decongestionare il centro d'accoglienza e per evitare sia il turbamento dell'ordine pubblico che il collasso dell'economia locale, fondata essenzialmente sul turismo. Atteggiamenti diversi non farebbero giustizia ad una popolazione che ha dimostrato grande sensibilità nei confronti di un esodo di proporzioni non più fisiologiche con caratteristiche di vera emergenza umanitaria e che rischiano di degenerare ulteriormente a causa della instabilità politica del Nord Africa".Nella lettera datata 18 marzo ma resa nota oggi dalla Cei, il presule riafferma al disponibilità della sua diocesi a fare tutto il possibile per alleviare la situazione, ma ammette che "il progetto di realizzare una tendopoli a Lampedusa, per la quale ci è stato chiesto di mettere a disposizione anche i locali della Casa della Fraternità parrocchiale, se può essere una precaria risposta per offrire un tetto in attesa di un trasferimento dei profughi, va superato" poi al più presto. "Lampedusa - spiega il presule - deve essere un luogo di transito per gli immigrati e  non un luogo di accoglienza duratura altrimenti l'isola rischia l'implosione". "Vista la situazione e le proporzioni del fenomeno migratorio occorre - continua mons. Montenegro - più collaborazione tra gli enti istituzionali e un ruolo più attivo dell'Unione Europea per un'azione che salvaguardi, come detto, i diritti dei profughi come quelli dei cittadini di Lampedusa e Linosa". In questo senso, secondo l'arcivescovo che in precedenza è stato il presidente della Caritas Italiana, "lo sforzo ditutte le istituzioni e a tutti i livelli dev'essere quello di affrontare questa emergenza dando quelle risposte civili che sono dovute a chi fugge da una situazione drammatica dal proprio paese". "Ma, nello stesso tempo, non si può dare - conclude la lettera - la sensazione che la popolazione incolpevole di Lampedusa abbia a pagare un prezzo troppo alto solo perchè geograficamente confinata in una terra che viene considerata come l'accesso più immediato per l'Europa da chi viene dal Nord Africa".
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