domenica 30 marzo 2014
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Da venti anni in prima linea in di­fesa della vita nascente. Non a pa­role, non con proclami: nel silen­zio di chi si affianca alle madri in diffi­coltà e si fa carico del suo fardello di do­lore, paura, solitudine. Questo ha fatto dal 1994 a oggi il 'Progetto Gemma', u­na forma straordinaria di adozione a di­stanza di donne incinte che per vari mo­tivi rischiano di scegliere la via dell’abor­to. E in questi venti anni i bambini così salvati dalla morte e portati alla nascita sono ventimila: la popolazione di una città intera. Una città ideale sparsa sul territorio nazionale, dove operano i 338 Cav (Centri aiuto alla Vita), abitata tutta da giovani dai 20 anni alle poche ore di vita: i nati grazie a 'Gemma'.  Per festeggiare il traguardo e avviare un secondo ventennio ricco di prospettive, domenica il cardinale Ange­lo Scola ha inaugurato la nuova sede di 'Progetto Gemma' nel salone della par­rocchia di Ognissanti. Le voci delle ma­dri aiutate in questi anni e di alcuni vo­lontari  hanno dato un’anima ai numeri: dietro i 20mila aborti evitati, dietro le centinaia di richieste d’aiuto che arrivano ogni an­no, persino dietro ai dolorosi 'no' che la crisi degli ultimi tempi costringe a ri­spondere, ci sono storie vere, persone in carne ed ossa, volti, sogni, speranze. Tra gli interventi, anche quello di Carlo Ca­sini, presidente del Movimento per la Vi­ta, e Gianni Vezzani, presidente Fonda­zione Vita Nova Onlus, nata negli anni ’80 proprio per dare un sostegno concreto, anche economico, alle iniziative del Mo­vimento.

Di fronte alle cifre drammatiche del fe­nomeno aborto, che in Italia uccide tut­ti gli anni più di centomila bambini, ciò che colpisce è che a volte basta poco per indurre la madre a cambiare idea e a por­tare avanti la gravidanza. Tanti, infatti, i motivi che possono averla portata alla scelta più dolorosa, dalla solitudine alla povertà, dal rifiuto del bambino da par­te del padre allo stigma della famiglia, e scoprire che ci sono persone pronte ad of­frire ascolto e prossimità vale anche più dell’offerta economica. Adottare una ma­dre a distanza, come chiede il 'Progetto Gemma', costa poco: 160 euro al mese per 18 mesi, cioè negli ultimi sei mesi di gravidanza e nei primi dodici dopo la na­scita del bambino. Una cifra che può es­sere raggiunta anche in gruppo, «ad e­sempio unendosi tra vicini di casa, stu­denti, colleghi di lavoro», spiega Vezzani. Adozioni sono arrivate anche da gruppi di carcerati e da enti locali. «È vero che 160 euro non sono risolutivi – spiega ancora il presidente della Fondazione Vita Nova –, ma intorno a queste mamme si strin­ge tutto un mondo di volontari che, sen­za forzare nessuno e sempre rispettando la volontà ultima di queste donne, le ac­compagnano a fare esami clinici, le aiu­tano a cercare un lavoro, trovano per lo­ro una casa, si occupano degli altri figli...». Eppure a fronte delle 1.400 richieste che arrivano durante l’anno per l’attivazione di nuove adozioni, da quando la crisi e­conomica ha colpito le offerte (oltre il 40% in meno) rimangono senza risposta più di 250 appelli. «Che significano 250 vi­te umane», ricordano i volontari dei Cav. «Quando una donna determinata a ri­nunciare a suo figlio arriva al Cav, in ge­nere vi è stata inviata dall’ospedale stes­so, come prevede la legge 194, secondo la quale prima di procedere con l’aborto bisogna comprendere le cause e fare di tutto per rimuoverle. Noi le ascoltiamo e, a seconda delle loro sofferenze, pro­poniamo ogni genere di alternativa, ma chi decide è la donna... Di tutte quelle che alla fine sono diventate madri, nessuna si è mai pentita». È vero invece il contra­rio: molte donne che in passato avevano abortito hanno chiesto di poter collabo­rare come operatrici, per evitare ad altre ragazze il loro supplizio. E di quelle che alla fine abortiscono che succede? «La porta è sempre aperta per tutti: delle 60mila ragazze che si rivolgo­no ai Cav ogni anno, solo la metà sono ge­stanti. Significa che altre decine di mi­gliaia con diverse problematiche ci tro­vano lì per loro. Non si rimanda indietro nessuno». (www.fondazionevitanova.it) Progetto Gemma Movimento per la vita e Cav oggi festeggiano i 20 anni dell’iniziativa che ha permesso a tante mamme di continuare la gravidanza

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