martedì 25 marzo 2014
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«In Italia il 43 per cento degli elettori si definisce "euroscettico". Tuttavia nelle elezioni europee prevarranno le logiche politiche nazionali e probabilmente sarà vissuto dai votanti come un test sul governo Renzi». Lo dice Antonio Valente, amministratore delegato di "Lorien Consulting". «Il problema – spiega ancora Valente – è che gli italiani vedono nell’Ue un’entità sconosciuta e prevalentemente ostile. La considerano una sorta di grande Bce, che prende senza dare. Per cui il vero rischio non è tanto quello della crescita del populismo, ma dell’astensione, che noi, allo stato, prevediamo tra il 40 e il 45 per cento degli aventi diritto, con un aumento di ben 10 punti rispetto alle scorse europee».Europa questa sconosciuta, dunque...Esatto. Cito qualche dato dalle nostre ricerche. La fiducia degli italiani nelle principali istituzioni è complessivamente in calo. Ma le due che nel raffronto con il 2013 perdono più consenso sono l’Ue (- 7 punti) e il Parlamento (- 5). Abbiamo poi chiesto al campione di indicarci il nome di un partito europeo: solo il 28 per cento ha sentito parlare del Ppe e il 19 del Pse. Delle altre formazioni non c’è traccia. Gli italiani non conoscono la legge elettorale europea, né sanno che si vota con le preferenze...Il grande astensionismo previsto premierà le forze di protesta, come la Lega e Grillo?Sembra un paradosso, più l’astensionismo cresce più avvantaggia le forze maggiori tradizionali: Pd in particolare, e Forza Italia.
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