venerdì 25 gennaio 2013
Le vittime sono i cugini altoatesini Martin e Bernhard Messner, sepolti da una coltre di neve fresca con un fronte di 250 metri. Salvo il figlio 22enne di uno di loro. Sulle piste di Bormio, un uomo di 44 anni è morto dopo lo scontro con un turista straniero.
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Giornata di tragedie quella di oggi sulle montagne dell'arco alpino. L'episodio più grave sul gruppo del Cristallo, a Cortina d'Ampezzo, dove una valanga con un fronte di oltre 250 metri ha sepolto e ucciso due scialpinisti altoatesini di Anterselva (Bolzano); si è salvato il figlio 22enne di uno di loro, estratto vivo dagli uomini del Soccorso Alpino e della Guardia di Finanza di Cortina. Le vittime sono Martin Messner, 54 anni, e Bernhard Messner, 41.Prima di questo, un altro grave incidente aveva funestato la giornata sulla neve degli italiani: uno sciatore brianzolo di 44 anni è morto in Valtellina scontrandosi con un turista straniero sulla pista Stelvio, uno delle più impegnative della ski-area di Bormio, usata anche per le gare della Coppa del Mondo. L'incidente è avvenuto attorno a mezzogiorno: l'impatto violento con l'altro sciatore, un uomo di 50 anni, non ha lasciato scampo al turista lombardo, deceduto nonostante i tentativi di rianimazione praticati dagli uomini della polizia in servizio sulla pista. Lo straniero ha riportato invece la frattura di un femore. Tragedia sfiorata in Friuli Venezia Giulia, dove due scialpinisti sloveni si sono salvati da una slavina che li ha travolti a Sella Nevea. Immediatamente soccorsi, sono stati estratti vivi dalla neve, ma in stato di choc; solo uno di loro ha riportati alcune ferite,e per questo è stato trasferito in elicottero all'ospedale di Udine.Nel caso di Cortina, al contrario, non c'è stato nulla da fare per i cugini Martin e Bernhard Messner, sepolti da una coltre di neve fresca con un fronte di 250 metri, staccatosi dal Cristallo lungo l'itinerario delle “Creste Bianche”. I tre, con le pelli, erano saliti dal versante nord del Cristallo da passo Cimabanche, e dopo aver risalito Pra del Vecia doveva scendere da forcella Verde, a 2.300 metri di altitudine. Appena sono entrati nel canale si è staccata la slavina che ha trascinato a valle il padre e l'amico, mentre il figlio, coinvolto marginalmente, è rimasto bloccato nella neve con le gambe. Sotto di loro stava salendo un gruppo di nove scialpinisti norvegesi, con una guida alpina. Hanno sentito il frastuono della valanga, ma ne sono solo stati sfiorati. Hanno dato subito l'allarme al 118, mentre la guida è salita fino a raggiungere il ragazzo superstite, cominciando a cercare gli altri due. In breve sulla Forcella piena di neve sono arrivate numerose squadre del Soccorso alpino, di Cortina e Dobbiaco, assieme agli agenti della Guardia di Finanza e agli elicotteri, quello del Suem di Pieve di Cadore ed il Pelikan di Bolzano, che hanno trasportato in quota anche i cani da valanga. Gli animali hanno presto individuato la zona dove erano i due corpi. Per loro ogni tentativo di rianimazione è stato vano.Erano scialpinisti esperti, ma chi oggi usciva sui fuoripista delle Dolomiti non poteva evitare un rischio valanghe stimato dai bollettini nel grado tre (marcato) su una scala massima fino a cinque. Nei giorni scorsi in quota era caduto fino a un metro e mezzo di neve: fiocchi soffici, che invitano alla sciata, poggiati però in modo instabile su neve vecchia e friabile caduta ad inizio inverno. Una neve "ingannevole", l'hanno definito gliesperti del centro valanghe di Arabba.La morte bianca Sul Cristallo ha colpito così per la seconda volta in poco più di un anno: il 19 febbraio 2012 avevano trovato la morte sotto la neve, sul canalone Bernardi, due amici trevigiani, Giovanni Gellera, 50 anni, e l'istruttore del Cai Mario Sardi, 48 anni. Allo stesso modo, anche per il paesino di Anterselva quello dei Messner è il secondo grave lutto in poco tempo: il 4 febbraio del 2012 erano morti sotto una valanga a passo Stalle l'ex biatleta azzurro, Hubert Leitgeb di 46 anni, e suo cognato, Lorenz Keim di 43 anni. Tutti esperti di montagna, tutti traditi dall'inganno della neve fresca e soffice.
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