giovedì 17 febbraio 2011
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Cercano ogni spunto, stu­diano qualsiasi tattica le opposizioni pur di man­dare a casa Berlusconi, ma – do­po aver tentato la Lega in ogni modo con il federalismo – , di fronte alla granitica volontà di andare avanti dimostrata dal premier, l’arma più diffusa resta quella della 'persuasione'. E al­lora il Pd mette ancora una vol­ta e con parole forti il presiden­te del Consiglio di fronte alla si­tuazione giudiziaria. «Chiediamo che Berlusconi si di­metta, che non faccia il coniglio dentro la tana e affronti il suo giudice naturale. Se non ha nul­la da nascondere, presidente, non c’è ragione di avere paura», lo arringa Anna Finocchiaro. Per la capogruppo dei senatori pd, il capo dell’esecutivo «si deve di­mettere anche per i guai che ha procurato al Paese tra cui anche questo Milleproroghe che au­menta le tasse agli italiani». Ma per il segretario democrati­co non va sottovalutatata nean­che l’immagine che ha diffuso l’Italia nel mondo con il caso-Ruby: «Per chi ha la pazienza di guardare oggi i giornali del mon­do – dice Pier Luigi Bersani – da Taiwan, alla Spagna, dall’Ameri­ca Latina agli Stati Uniti e a tut­ta l’Europa, vedrà chiaramente che siamo in una situazione drammatica, dal punto di vista dell’immagine di uno dei più grandi paesi del mondo». Perciò, continua il ritornello del Pd, «è l’unico al mondo a non essere preoccupato, il che dimostra che è irresponsabile». E ancora una volta il leader piddì si appella al «coraggio delle clas­si dirigenti: tutto il mondo sta chiedendo sostanzialmente un passo indietro a Berlusconi. So­lo in Italia c’è ancora tanta gen­te che tace. Non si tratta di pren­dere il posto dei giudici, si tratta di prendersi le responsabilità che ciascuno ha davanti al paese. Non possiamo andare avanti per settimane e mesi così». Anche perché, e questo i democratici lo ripetono da sempre, «abbiamo problemi enormi in questo Pae­se, anche se vengono sottaciu­ti ». Per questo il leader di largo del Nazareno si stupisce che di fron­te al «disastro nell’immagine in­ternazionale » non ci sia «un co­ro di voci» a chiedere al premier 'fai un passo indietro'. Questa richiesta non può venire solo dalla voce dell’opposizione». Anche se è una voce che non si risparmia di questi temi. Molto duro ieri anche Massimo D’Ale­ma. «Berlusconi ha fallito – ripe­te il presidente del Copasir – . C’è il dramma del suo fallimento po­litico e delle condizioni di milio­ni e milioni di italiani». Ma so­prattutto, incalza guadagnando­si gli strali della maggioranza, «c’è il fatto che in nessuno Pae­se civile una persona rinviata a giudizio per reati così turpi e ver­gognosi resterebbe al suo posto». Parole che scatenano gli avver­sari. «D’Alema è una grottesca caricatura di un dirigente della Terza Internazionale – tuona il capogruppo alla Camera Fabri­zio Cicchitto – . È proprio vero che la storia la prima volta è una tragedia, la seconda una farsa». Mentre per Osvaldo Napoli, «D’Alema ingiuria gli avversari perché così ha fatto per tutta u­na vita».
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