sabato 29 luglio 2017
Le preoccupazioni dell'Anci: «Le nostre richieste di semplificazione non sono state accolte, siamo in seria difficoltà». Il nodo degli asili, dove l'inadempienza significa divieto di iscrizione
Si parte fra un mese. I Comuni: «Troppi i nostri compiti»
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Finita la battaglia in Parlamento (con gli strascichi politici dell'aggressione dei no vax: uno dei deputati coinvolti, Ludovico Vico, ha deciso di denunciare i manifestanti e ha parlato di “ritardi” nell'intervento della polizia), tocca al Paese ora darsi da fare. E i tempi sono strettissimi: il ripristinato obbligo dei vaccini investe come uno tsunami la ripresa della scuola, a cui manca di fatto poco più d'un mese.

Non è un caso se all'indomani del voto alla Camera ad alzare la voce sono stati i Comuni: «Siamo contenti per l'approvazione di una legge aspettata e necessaria per garantire la salute di tutti i piccoli cittadini e cittadine che frequentano le scuole italiane - ha commentato Cristina Giachi, presidente commissione Istruzione dell'Anci e vicesindaca di Firenze -. Avremmo però voluto che alcune delle nostre richieste fossero state accolte. Si trattava di emendamenti che avrebbero reso più semplice per le famiglie presentare la certificazione e la documentazione necessaria. Ora faremo del nostro meglio per rispettare il dettato normativo, ma non vi è dubbio che siamo in seria difficoltà per quanto riguarda i tempi e le modalità previste dal decreto convertito; per questo speriamo che si definiscano modalità attuative che sgravino i troppi compiti assegnati ai Comuni".

Asili: è corsa contro il tempo

Il calendario più serrato, e problematico, è quello che coinvolge gli asili. Ai dirigenti scolastici tocca la parte decisiva: all’atto d’iscrizione saranno loro a richiedere tutta la documentazione necessaria alle famiglie (e a dover gestire gli eventuali scontri coi genitori antivaccinisti). Queste ultime potranno presentare o la copia del libretto vaccinale (comprovante l’effettuazione delle profilassi obbligatorie in base all’età del figlio) o un’autocertificazione dell’avvenuta vaccinazione oppure ancora, in assenza di vaccinazioni, copia della prenotazione dell’appuntamento per effettuarle presso l’Asl di competenza.

C’è tempo fino al 10 settembre, pena l'esclusione dall'anno scolastico (alla scuola dell’obbligo, dove la mancata vaccinazione comporta invece solo sanzioni, il termine slitta al 31 ottobre). Per chi presenterà l’autocertificazione la scadenza per presentare i documenti ufficiali è fissata invece al 10 marzo 2018. Tutte norme transitorie: nelle intenzioni del ministero della Salute c’è che dall’anno 2019-20 entri in vigore un’ulteriore semplificazione e gli istituti possano dialogare direttamente con le Asl per verificare lo stato vaccinale degli studenti. Ma i tempi sono stretti, e il rapporto con le famiglie – già costrette a molti altri adempimenti burocratici – delicatissimo.

Altra gatta da pelare, la formazione delle classi: i minori non vaccinabili per ragioni di salute, infatti, per legge devono essere inseriti in classi nelle quali siano presenti soltanto minori vaccinati o immunizzati naturalmente. Di più, i dirigenti scolastici hanno l’obbligo di comunicare all’Asl competente, entro il 31 ottobre di ogni anno, le classi nelle quali sono presenti più di due alunni non vaccinati. Responsabilità e nuovi carichi di lavoro su cui negli ultimi mesi le sigle sindacali della categoria hanno espresso non poche perplessità e che ora diventano realtà.

"Chiediamo aiuto alle Regioni e ai ministeri – ha proseguito Giachi dell’Anci – in particolare per poter supportare i Comuni nello svolgimento delle operazioni di raccolta e trasmissione delle certificazioni. Per le città grandi si tratta di verificare migliaia di certificati in pochi giorni quando le Asl dispongono già dell’anagrafe vaccinale e quindi dei dati necessari ad applicare la legge".




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