mercoledì 23 novembre 2016
I bimbi che vanno al nido? "Dovranno essere vaccinati anche da noi", annuncia il governatore Zingaretti, che proporrà una legge in Consiglio regionale entro fine anno.
Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti

Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti

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L'obbligo di vaccinazione per i bimbi che vanno al nido? "È una legge che proporrò in Consiglio regionale per combattere la diffusione di malattie pericolose e tutelare la salute dei più piccoli. Dopo l'Emilia Romagna facciamo un passo avanti di civiltà anche nel Lazio". È l'annuncio dato sul proprio profilo Facebook dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Una delle ipotesi al vaglio della Regione è che la norma possa essere inserita nella manovra di Bilancio, che sarà approvata dall'Aula entro la fine del 2016.

Le reazioni alla «scelta coraggiosa» dell'Emilia

Sulla scelta dell'Emilia si è sollevato un coro di consensi, a partire da quello del premier Matteo Renzi: "Bravo Stefano, ben fatto!" ha scritto su Twitter il premier elogiando il governatore Stefano Bonaccini. Soddisfatto anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: "I tempi sono maturi perchè la scelta dell'Emilia Romagna sia seguita anche da altre Regioni. Può essere un esempio da copiare", ha commentato ricordando che la misura decisa dalla giunta regionale emiliana è "coraggiosa e giusta, a fronte di un calo vaccinale dei dati della Regione molto preoccupante, sia per quanto riguarda le vaccinazioni obbligatorie sia quelle facoltative. Quando nel '99 - ha proseguito - si abolì l'obbligo di vaccinazione, era perché si era raggiunta una tale copertura vaccinale nel Paese che non si poteva neanche immaginare che sarebbero nati dei movimenti no vaccino, fondati su motivazioni totalmente non scientifiche e che avrebbero portato un pericolo per tutta la popolazione". Lorenzin ha quindi sottolineato i rischi dovuti al ritorno di malattie a causa dei cali delle coperture vaccinali: "Quest'anno, ad esempio - ha detto - abbiamo avuto dei bambini morti per pertosse, che pensavamo una malattia debellata, ed abbiamo un'insorgenza preoccupante per il morbillo, con decessi dovuti alle complicanze; abbiamo inoltre un caso sospetto di difterite, una patologia debellata da oltre 30 anni. In altri Paesi ci sono casi di poliomielite, e dobbiamo ricordare - ha avvertito il ministro - che le malattie viaggiano". Altro "tema da non sottovalutare - ha aggiunto - è anche quello della meningite". Dunque, ha proseguito, "l'Emilia Romagna ha fatto un'azione nell'interesse della salute pubblica, che è l'interesse superiore".

"Apprezziamo moltissimo questa dimostrazione di leadership coraggiosa dell'Emilia Romagna, che ha fatto presto e bene una
legge che avremmo voluto non fosse necessaria, ma che i numeri rendono invece indispensabile - ha detto il presidente dell'Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi -. Sarebbe ovviamente preferibile un'adesione libera e consapevole alle vaccinazioni, ma il declino dei tassi di copertura registrato negli ultimi anni e la conseguente vulnerabilità per migliaia di bambini rendeva necessaria una legge come quella varata dall'Emilia". Tuttavia, ha rilevato, "è anche auspicabile che tali iniziative non siano lasciate alle singole Regioni, ma che sia il Parlamento ad affrontare con unitarietà tale problema su tutto il territorio". Sarebbe quindi importante che il
Parlamento varasse una "legge nazionale in materia di obbligo delle vaccinazioni nei nidi, anche perché - avverte il presidente Iss - ci sono Regioni con dati di copertura ancora peggiori e ciò mette a rischio la salute soprattutto dei bambini più fragili".

Il crollo delle vaccinazioni in numeri: un allarme

Ad oggi, anche altre Regioni - come Toscana, Umbria e Marche - sarebbero intenzionate a seguire l'esempio dell'Emilia. Ciò a fronte di tassi vaccinali tra i bambini che tendono a scendere ogni anno di più. Tanto che negli ultimi 5-6 si è registrato un
calo delle vaccinazioni tra i bambini di circa 20-30mila unità, passando da una soglia di vaccinazioni vicina al 99% della popolazione pediatrica ad un valore poco al di sotto del 95%. Le vaccinazioni sono in calo costante dal 2012 e solo per quelle obbligatorie si sono persì 3500 bambini in più ogni anno, oltre a ben 10.500 piccoli che mancano all'appello ogni anno per l'immunizzazione contro morbillo, rosolia e orecchioni. Altri numeri forniti dall'Iss: la copertura media per la polio è del 94,7%. Molto simile la situazione per tetano, pertosse, difterite ed epatite B, con coperture medie intorno al 94,6%, mentre cala quella dell'Haemophilus Influentiae, scesa al 94,2%. Per morbillo, rosolia e parotite il livello è molto più basso, all'86,6%, con la copertura
maggiore in Piemonte, Basilicata, Lombardia, Toscana e Umbria, sopra l'89%, mentre in Provincia di Bolzano, Valle d'Aosta e Marche non si supera l'82%. Ancora più bassa la copertura per il meningococco C, protagonista negli ultimi mesi di diversi focolai soprattutto in Toscana, scesa nel 2014 al 74,9%.

Il fronte del no. Codacons: pronti a barricate

Di tutt'altro parere il Codacons, pronto a salire sulle barricate contro l'adozione di una legge regionale sui vaccini da parte della Regione Lazio, analoga a quella varata dall'Emilia Romagna. "Si tratta di una legge inapplicabile, incostituzionale e contraria
alle norme nazionali - spiega il presidente Carlo Rienzi -. Inapplicabile perché la legge regionale emanata ieri introduce come
requisito per l'ammissione agli asili nido la somministrazione dei vaccini obbligatori previsti dalla normativa vigente, che sono 4:
antipolio, antidifterica, l'antitetanica e l'antiepatite B. In Italia però non esistono singolarmente questi vaccini, né è in commercio la
soluzione tetravalente, e chi vuole vaccinare i propri figli è costretto a far iniettare loro l'esavalente, che contiene anche pertosse ed infezioni da Haemophilus influenzale di tipo b, non previsti da alcuna norma". Il Codacons ha annunciato di voler avviare una battaglia legale.


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