giovedì 19 marzo 2009
Nella giornata di sciopero indetta da Cgil e Gilda contro la riforma Gelmini ritorna ad affacciarsi anche la contestazione. Lanci di scarpe per emulare il giornalista iracheno che prese di mira Bush . Alla Sapienza ore di tensione tra poliziotti e un gruppo di studenti che voleva manifestare senza autorizzazione per le vie di Roma. A Napoli, alla Federico II, botte tra giovani di sinistra e neofascisti.
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Scontri tra i giovani dell’Onda e le forze dell’ordine alla Sapienza di Roma e tafferugli tra estremisti di opposto colore a Napoli. Nella giornata di sciopero indetta dalla Cgil per protestare contro la riforma Gelmini e i tagli del governo alla scuola, si è vissuta qualche ora di tensione soprattutto nella prima università della Capitale, quando un gruppo di manifestanti – circa trecento – hanno provato a forzare il cordone di polizia per portare la protesta al di fuori della città universitaria. Un fuori programma contrario, fanno notare ambienti della questura, al protocollo sui cortei a Roma, appena siglato tra sindacati, Comune e prefettura. Gli agenti hanno caricato e gli studenti hanno risposto con lancio di scarpe e altri oggetti. Da una parte e dell’altra si contano una manciata di contusi. Fortunatamente nessuno è grave. Gli studenti, secondo i loro portavoce, avrebbero voluto raggiungere il ministero dell’Economia a via XX Settembre per lanciare le scarpe: emuli degli studenti francesi che a Parigi che hanno inaugurato - sulla scorta della protesta del giornalista iracheno contro Bush – questa nuova forma di contestazione. A Napoli, invece, c’è stato uno scontro tra studenti di sinistra e di estrema destra. Secondo esponenti dell’Onda, un gruppo di neofascisti avrebbe picchettato l’ingresso della facoltà di Giurisprudenza dell’ateneo Federico II, impedendo l’entrata ai manifestanti. Da qui i due gruppi sono venuti alle mani. Conferma la Digos napoletana che parla di tafferugli tra fazioni di studenti. Più calma la situazione in altre città: a Milano, Torino, Palermo, Bologna, Genova, Ancona, Pescara, Bari e Firenze gli studenti e i lavoratori della scuola hanno potuto gridare la loro protesta senza incidenti di sorta. Il segretario confederale della Cgil Gugliemo Epifani ha scelto il capoluogo siciliano per il suo comizio: «Sono troppe le cose che non vanno, la scuola – ha detto – è un’emergenza molto importante che con la crisi andrebbe affrontata diversamente. Lo sciopero è stato indetto per protestare contro le scelte del governo e per rivendicare una scuola di qualità. La nostra scuola ha tante magagne, va sicuramente riformata ma non cancellata. Non merita di avere tagli invece che investimenti». E ha concluso: «Senza una formazione di qualità e il contrasto alla dispersione scolastica perderemo molte battaglie, in primo luogo quella della legalità, perché la scuola è la prima maestra di legalità». Sugli scontri a Roma c’è stata una coda polemica. Il sindaco Gianni Alemanno ha invitato alla calma, ricordando che «non possiamo cominciare con cortei di 200, 300, 400 persone che si muovono per la città. C’è un impegno di tutta la città ad avere una regola da questo punto di vista. Rispettiamo il diritto di manifestare ma dentro delle regole». Ma per l’Unione studenti universitari «la reazione delle forze dell’ordine è stata spropositata». Solidarietà ai manifestanti della Cgil-Lazio che parla di «uso improprio del protollo» e si chiede perché «gli studenti siano stati costretti all’interno della città universitaria».
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