sabato 6 marzo 2021
Aperto un canale d’emergenza per bloccare foto intime. Le vittime stesse potranno segnalare i video condivisi su Facebook senza consenso e un algoritmo provvederà a impedirne la diffusione
Dal Garante della Privacy un sito contro il «revenge porn»
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Un canale contro il «revenge porn»: l’odioso ricatto che consiste nel divulgare foto intime della propria ex, per «vendicarsi» appunto del fatto che sia diventata una ex. Anche in occasione dell’8 marzo, festa delle donne, Il Garante della Privacy ha deciso di mettere a disposizione sul proprio sito un «canale di emergenza» (www.gpdp.it/revengeporn) sul quale chiunque potrà ottenere che vengano bloccate le sue immagini o i video diffusi senza consenso su Facebook o Instagram.

Nella pagina predisposta dal Garante le potenziali vittime di pornografia non consensuale (bisogna comunque essere maggiorenni) troveranno un modulo da compilare per fornire all’Authority le informazioni utili a valutare il caso; poi sarà lo stesso interessato a caricare direttamente le foto incriminate sull’apposito programma in grado di riconoscerle attraverso una tecnologia di comparazione e distruggerle nel momento in cui venissero effettivamente pubblicate sulle due piattaforme social. Nei casi invece in cui i video siano stati già con- divisi, è sempre possibile fare una segnalazione su Facebook o su Instagram e ottenere di ridurre al minimo il danno impedendo successive condivisioni delle immagini stesse.

Ovviamente il canale di segnalazione preventiva, che è già stato attivato lo scorso anno come programma pilota ma finora era accessibile solo attraverso l’associazione no profit di promozione sociale PermessoNegato, garantisce la massima protezione dei dati personali e una gestione assolutamente riservata e confidenziale delle immagini, che anzi verranno cifrate da Facebook tramite un codice «hash», in modo da diventare irriconoscibili prima di essere distrutte.

«Siamo lieti di poter rafforzare il nostro progetto sperimentale contro la pornografia non consensuale grazie alla preziosa collaborazione del Garante per la Protezione dei Dati personali – ha spiegato ieri Laura Bononcini di Facebook –. Abbiamo condotto numerose ricerche in questo campo e collaborato con molte organizzazioni internazionali per la sicurezza per rivedere e migliorare la risposta a questo grave problema e, attraverso la nostra tecnologia, vogliamo offrire strumenti validi ed efficaci alle vittime. Continueremo ad impegnarci affinché le persone si sentano al sicuro sulle nostre piattaforme e possano sempre trovare in noi un alleato per tutelarsi da qualunque abuso online».

Tra l’altro, grazie all’apprendimento automatico e all’intelligenza artificiale, Facebook è ormai in grado di rilevare anche in modo autonomo le immagini pornografiche condivise senza permesso: nel solo quarto trimestre del 2020 sono state identificate e rimosse ben 28 milioni di immagini di nudo e atti sessuali di adulti, nel 98,1% dei casi ancor prima che venissero segnalate da qualcuno. Inoltre da marzo 2019 Fb ha lanciato la campagna mondiale «Non senza il mio consenso», un hub online di supporto sviluppato insieme a esperti del settore nel quale le vittime possono trovare risorse e contatti di organizzazioni in grado di sostenerle, comprese indicazioni sulle misure da adottare per rimuovere i contenuti indesiderati dalle piattaforme social.

Stando ai dati pubblicati dal Servizio Analisi Criminale del Dipartimento di Pubblica sicurezza, dall’agosto 2019 a quello del 2020 in Italia sono stati 718 i casi di diffusione non consensuale di materiale intimo e in più dell‘80% dei casi le vittime erano donne.

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